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Cronaca

Hafiz, il terrorista senza soldi: sussidi per la casa e per i figli

Gli ultimi particolari che seguono l'arresto di Hafiz Muhammad Zulkifal, l'imam residente a Bergamo ma che operava anche in provincia di Brescia, tra i capofila di un'organizzazione considerata terrorista

Una famiglia numerosa, otto figli. Una casetta nella bergamasca, a Pognano, e un’altra a Verdellino. Una vita di devozione per l’Islam più integralista, perfino le prediche nelle moschee e nei centri religiosi spesso dedicate al ‘martire’ Osama Bin Laden. Ma pure una grande capacità di adattarsi al vivere italiano. Non ha mai disdegnato infatti gli aiuti di Stato alle persone in difficoltà.

Raccoglieva fondi – anche migliaia di euro – da destinare alle guerre nelle terre arabe, in particolare in Pakistan. L’imam Hafiz Muhammad Zulkifal, tra i ‘capobranco’ dell’organizzazione considerata di stampo propagandistico e terrorista che operava anche a Brescia e Bergamo. La ‘Società della Propaganda’ – la traduzione letterale di Tablig Eddawa – si occupava anche di ‘smistare’ clandestini in arrivo da Pakistan e Afganistan.

Anche Hafiz è stato arrestato, pochi giorni fa. Aveva una casa a Pognano, forse la sua ‘base’ per la propaganda religiosa e non. Con la moglie abitava a Verdellino: per il fisco risultava nullatenente. Ecco perché riusciva ad accaparrarsi i sussidi per l’affitto (2500 euro in due anni), la dote scuola (fino a 400 euro), l’assegno familiare per le famiglie numerose.

Le indagini intanto proseguono: dalle intercettazioni – telefoniche e ambientali – emergono alcuni lati della propaganda violenta dell’imam bergamasco. Nel 2011 raccontava di quei combattenti che tagliarono la gola ad una coppia di arabi che aveva violato la legge del Corano: “Abbiamo fatto una cosa santa per Dio - diceva riferendosi all'esecuzione - e Dio per questo ci protegge".

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