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Sabato, 2 Dicembre 2023
Cronaca Gussago

Maxi evasione fiscale: trovati sotterrati oltre 4 milioni di euro

Continuano le indagini

Al termine di un'indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, riguardante una maxi frode al fisco, mercoledì scorso era scattata l'esecuzione di 27 misure cautelari e un sequestro per oltre 93 milioni di euro, da parte del Comando provinciale dei Carabinieri e del Comando provinciale della Guardia di Finanza. 

Stando a quanto emerso finora, pare che – a muovere le fila di un'organizzazione dedita alla sistematica evasione del fisco – ci fosse una famiglia, con 'base' in un cascinale immerso nelle campagne di Gussago. Per questa ragione il 46enne Giuliano Rossini, la moglie Silvia Fornari, il loro figlio 22enne Emanuele e la zia materna Marta Fornari erano stati arrestati dagli uomini della Finanza. Le manette erano scattate al termine di una lunghissima indagine: al centro migliaia di fatture false, per un valore di oltre 500 milioni di euro, che sarebbero state emesse dal 2018 nell’ambito di attività dedite al commercio di materiale ferrosi.

Grazie a numerose intercettazioni telefoniche, gli agenti della Finanza – coordinati dal sostituto procuratore Claudia Passalacqua – sono ora riusciti a recuperare parte del bottino. Stando a quanto riporta il Giornale di Brescia, non troppo distante dal cascinale erano stati sotterrati, a una profondità di alcuni metri, oltre quattro milioni di euro: per gli inquirenti si tratterebbe di parte del denaro riportato in Italia dagli 'spalloni' da conti correnti aperti all'estero, in Romania, Croazia, Bulgaria e persino Cina.

I nomi degli arrestati

Come detto, a capo dell’organizzazione c’erano Giuliano Rossini e la moglie Silvia Fornari: per loro, come per Giuliano Carlo Paganotti, Simone Della Valle, Flavio Guatta, Marco Pesenti, Renzo Forni e Giovanni Latempa si sono aperte le porte del carcere. Altre 14 persone sono ai domiciliai: oltre a Emanuele Rossini, figlio 22enne della coppia in carcere, anche la zia materna Marta Fornari, Gianluca Dolci, Roberto Bignami, Federico Boschetto, Alessandro Lucio Bugatti, Gerardo Lentini, Michele Logiudice, Nicola Buggeia, Enzo Pasotti, Marco Benzoni, Fabio Danieli, Roberto Prandelli e Giovanni Galeazzi. Per altri 5 indagati è scattato, invece, l’obbligo di dimora.

Come funzionava la frode

L’indagine è partita da una segnalazione arrivata, nel 2019, ai carabinieri di Gardone Val Trompia: riguardava la scoperta di 113 bonifici eseguiti in poco tempo da un’azienda di Lodrino, poi risultata intestata a un operaio della Valtrompia.  Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i soldi erano destinati a soggetti cinesi e venivano versati su conti correnti esteri aperti in banche asiatiche. In tutto più di 34 milioni di euro che, secondo il gip, servivano a pagare fatture ritenute inesistenti. I soldi poi tornavano in Italia in contanti: trasportati, spesso in auto, dagli ‘spalloni’. Da lì i finanzieri hanno avviato gli accertamenti: ricostruendo una vasta rete di società cartiere, in realtà gestita dalla coppia finita in manette. Il giro di false fatture sarebbe servito per coprire gli acquisti e le vendite in nero di metalli ferrosi. 

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