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Cronaca

Morte di De Donno, sui social si scatena la dietrologia: "Lo hanno indotto"

Tanti i commenti di chi non crede nel gesto estremo, sopratutto da parte di chi vede nel vaccino anti-covid e nel green pass la mano occulta di "big pharma"

Nella giornata di martedì tutti siamo rimasti senza parole, di fronte alla notizia del suicidio di Giuseppe De Donno, ex primario di Pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova: era stato tra i primi a sperimentare la cura della malattia da Covid-19 con il plasma iperimmune, ovvero il sangue dei guariti ad alto tasso anticorpale. L'elevato interesse per la terapia non aveva però portato ai risultati sperati.

Restano ancora da chiarire le dinamiche del decesso, su cui stanno indagando i carabinieri. Intanto, sui social, si stanno già scatenando complottisti, cospirazionisti, cultori vari di trame occulte e di dietrologismi. Questa paranoia collettiva di chi, di fronte a notizie che contrastano col proprio credo (quale che sia), vedono sempre una mano invisibile che lavora col favore delle tenebre, senza mai fare emergere la verità; accessibile solo a loro, naturalmente.

"Si era dimesso perché l'avevano isolato: l'hanno fatto suicidare! A 54 anni aveva tutta la carriera davanti"; "un professionista come lui, che ha un 'perché' così forte nella vita, non sceglie il suicidio"; "lo hanno fatto fuori per fare il vaccino": sono questi alcuni dei tanti commenti apparsi sui social, tanti dei quali da parte dei cosiddetti "no vax", poi evoluti in "no pass".

Da segnalare, in mattinata, anche l'intervento della giornalista Mariagiovanna Maglie, che non vede trame oscure ma uno stato psicologico difficile, dovuto a quanto passato nell'ultimo anno da De Donno: "Troppe calunnie, insulti, irrisione dei colleghi da talk tv. Gli stessi che ci impongono il green pass". Per responsabilità, i giornalisti dovrebbero astenersi dall'esprime la propria opinione sulle cause di un gesto così tragico, così estremo, che riguarda il più profondo e personale ambito dell'animo umano. Sopratutto, evitare di degradarlo a disputa politica, come – appunto – quella sul green pass. Spetterà poi agli inquirenti fugare ogni dubbio su quanto successo, sempre che dubbio ci sia.

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