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Cronaca Bedizzole

"Francesca non è stata uccisa al parco, qualcuno ha coperto l'assassino"

A dirlo è l’avvocato Alberto Scapaticci, il legale della famiglia di Francesca Fantoni, dopo la confessione del 32enne Andrea Pavarini

Nuovo possibile colpo di scena nella già complessa (e terribile) vicenda dell’omicidio di Francesca Fantoni, la 39enne di Bedizzole trovata morta lunedì al parco pubblico del paese. Il teatro dell’atroce delitto, che si sarebbe consumato tra le 20.40 e le 22 di sabato sera, potrebbe non essere l'area verde di via Aldo Moro, dov'è poi stato trovato il cadavere.

I dubbi dell'avvocato

A ritenerlo possibile è l’avvocato Alberto Scapaticci: “Credo che non sia stata uccisa al parco, e il suo corpo sia stato portato lì in un secondo momento”, ha rivelato a Bresciatoday.it il legale della famiglia della vittima. Le ricostruzioni degli inquirenti vanno invece in tutt'altra direzione: carabinieri e procura riterrebbero che la giovane donna sia stata uccisa al parco. Massacrata di botte, forse colpita alla testa con un oggetto. Il suo corpo sarebbe poi stato coperto dal fogliame ed è stato trovato 36 ore più tardi.

Non solo. L’avvocato sospetta che qualcuno fosse a conoscenza delle azioni di Andrea Pavarini, il 32enne di Bedizzole che mercoledì mattina, oltre 24 ore dopo il fermo, ha confessato di aver ucciso la giovane compaesana: il giardiniere, assistito dall'avvocato Ennio Buffoli, è crollato durante l'interrogatorio di convalida del fermo.

“Qualche persona molto vicina all’assassino sapeva che Francesca era stata uccisa, ben prima del ritrovamento del suo cadavere, e non ha aiutato nelle ricerche del corpo e nella ricostruzione dell’accaduto”, sostiene ancora Scapaticci.

Per la famiglia della giovane donna, la confessione del 32enne, diventato papà da pochi mesi, non è stata una sorpresa. “Già dalla prime indagini erano emersi conclamati elementi del suo coinvolgimento nel delitto - spiega l’avvocato - e una sua confessione era nell’aria.”  

Ad inchiodare il 32enne sono state le prove schiaccianti raccolte dai carabinieri, in primis la felpa sporca di sangue, trovata nella lavanderia della sua abitazione, il cui profilo genetico combacerebbe con quello della 39enne.  

Uccisa per averlo rifiutato?

Resta ancora da chiarire perché Pavarini abbia ucciso la 39enne, ma è sempre più plausibile che il delitto sia scaturito dal rifiuto della vittima a consumare un rapporto sessuale con il giovane padre. La famiglia della 39enne nega fermamente che tra i due ci fosse una relazione. “Si conoscevano - ci spiega la cugina Monica - ma lei non ci ha mai parlato di lui. Di sicuro si sono visti più volte in paese, ma non sappiamo altro.”

“Qualche mese fa - aggiunge l’avvocato Scapaticci - il 32enne si era presentato fuori dalla casa della vittima ed era stato mandato via: un episodio già riferito a chi indaga.” 

Che killer e vittima si conoscessero lo si evince anche dalle immagini girate dalle telecamere del bar 'Le Terazze, che riprendono gli ultimi istanti di vita della giovane. Andrea Pavarini si avvicina alla 39enne, poi le mette un braccio intorno alla spalla e le dice qualcosa. Un breve scambio di battute: lo sguardo di Francesca, che poco prima rideva e scherzava con altri amici, s'incupisce improvvisamente. Poi i due escono insieme dal locale.

“Troppe cattiverie sul conto della vittima”

In paese, da giorni, si mormora di un possibile legame tra i due: “Tra loro non c’era alcuna relazione, forse era lui ad affermarlo, ma non ci risulta fosse così: sono state dette molte cattiverie nei confronti di Francesca, che era una ragazza amata da tutti e non aveva mai fatto del male a nessuno. Una ragazza fragile, con un deficit cognitivo che è stata brutalmente trucidata: chi l’ha uccisa non poteva ignorare questa realtà personale, ma oggettiva”, conclude l’avvocato. 


 

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