rotate-mobile
Cronaca Sonico / Rino

Sonico, la quiete dopo la frana: «Ma ora la Protezione Civile riconosca il disastro»

Altri fondi stanziati dalla Regione per la pulizia dell'area della Val Rabbia, dove ancora si lavora per ripristinare passaggi e ponti, il guado e le vie di comunicazione. Il sindaco Fanetti, intanto, incalza la Protezione Civile

La quiete dopo le rovinose frane tra Sonico e Rino, la Val Rabbia e l’Oglio, almeno così sembra, mentre la Regione Lombardia è intervenuta nella pulizia e nel riassestamento dell’area. Il sindaco di Sonico intanto è ancora sul luogo del doppio disastro, il primo cittadino Fabio Angelo Fanetti in uno dei tanti e dovuti sopralluoghi conseguenti a quel boato prima, e all’altro boato poi, e alla montagna di detriti che per vie naturali si riversa sulle strade, e ne blocca il passaggio, con tutti i rischi del caso.

“Gli enti territoriali sono intervenuti – ci spiega proprio Fanetti – anche preparando la programmazione di nuovi interventi, da effettuarsi nelle prossime settimane perché i tempi sono quelli che sono. Intanto già nei prossimi giorni sarà avviata la costruzione del nuovo ponte, al momento stiamo lavorando al ponte provvisorio”. C’è pure la foce del torrente dove “è stato ripristinato il guado ma solo pedonale”, perché l’utilizzo per i veicoli è ancora “tassativamente vietato”.

I primi due milioni di euro, sbloccati dai fondi della Legge Valtellina, a cui si sono aggiunti di recente quasi 1,3 milioni che serviranno per la costruzione del ponte e la riabilitazione delle vie, oltre a “un nuovo sistema di monitoraggio, un sistema fisico dove la verifica sarà effettuata dalle stesse guide alpine, in collaborazione con l’ARPA”. Non va dimenticato infatti, ci ricorda Fanetti, “che l’Oglio e la Val Rabbia sono di specifica competenza della Regione Lombardia”, con la quale però si è sempre registrata e ottenuta “la piena collaborazione”.

La rabbia e l’insoddisfazione allora si dirigono da un’altra parte, l’eco amplificato del disagio dei cittadini e della paura che in effetti pare lecita: “Non riesco proprio a capire – conclude il primo cittadino – perché la direzione generale della Protezione Civile di Milano non ci venga incontro. Devono riconoscere, con apposito decreto, che l’evento è di livello B, come concordato nella direttiva post emergenza”.

Livello B? Quando il Comune non riesce a fronteggiare l’emergenza, e su sua richiesta intervengono la Provincia e gli Uffici territoriali di Governo, le Prefetture e la Regione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sonico, la quiete dopo la frana: «Ma ora la Protezione Civile riconosca il disastro»

BresciaToday è in caricamento