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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fornaci di Ponte Crotte: l'inesorabile declino di un gioiello di archeologia industriale bresciana

A denunciarlo Pro Lombardia Indipendenza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BresciaToday

Percorrendo una arteria fondamentale della nostra città, quale è la tangenziale Ovest, non può passare inosservato quel complesso di costruzioni in laterizio, volgarmente le potremmo definire "ciminiere", che fregiano il panorama del fiume Mella all'altezza di Ponte Crotte. Sono proprio tali costruzioni a dare tale attributo toponomastico: il termine "Crotte" costituisce infatti espressione linguistica lombarda del termine "Grotte" in riferimento alla similitudine morfologica di queste strutture conoidali con grossi portali di accesso alla base, con le più note naturali conformazioni geologiche.

Le Crotte sono sostanzialmente delle fornaci, in questo caso fornaci da calce, costruite intorno al 1885 (prima rivoluzione industriale lombarda) dalla famiglia Giacoletti, che nel medesimo lotto costituì la propria residenza. La struttura e' costituita da corsi di laterizi ad andamento concentrico e rastremato a salire dell'altezza, con rafforzi esterni costituiti da una incastellatura di legno.

La forma conica, dalla notevole altezza, culmina con un comignolo a stingere sulla sommità. La struttura è sostanzialmente autoportante: il peso e' naturalmente distribuito da un corso a quello sottostante. Sostanzialmente dal portale posto al piede si caricavano le pietre di calcare ricavate in prossimità del fiume ponendole in una disposizione a "cupolone", una volta che questo accumulo era chiuso si procedeva ad aggiungere pietrame più piccolo dall'alto del forno, ossia tramite l'accesso superiore distinguibile da quell'impalcato ligneo puntonato in sospensione, dal forte aggetto.

Da questa vista superiore si poteva anche osservare la corretta esecuzione del mucchio: quando dalla base della struttura si accendeva il fuoco era buona norma che le fiamme trapelassero fino in cima alle pietre stese, a perfetta garanzia che il gas sprigionato dalla cottura (circa 800 °C) fosse libero di salire ed esalare fino in cima, in caso contrario il rischio di esplosioni era altamente possibile. Due sono gli elementi che caratterizzano particolarmente queste costruzioni: la prima e' l'altezza, infatti questi forni sono tra ì più alti ancora esistenti in Lombardia; la seconda e' il forte pronunciamento degli impalcati lignei in sospensione.

Purtroppo però queste affascinanti costruzioni, chiaro emblema dell'avvio di quella che sarà la potente industrializzazione di Brescia, portano i segni del degrado: queste strutture sono sì vincolate dal Ministero, il che impedisce la demolizione per fare spazio a lucrose speculazioni edilizie, ma sono comunque di proprietà privata, marcando la evidente inerzia o comunque la difficoltà della proprietà nel preservare questi monumenti industriali: è ben distinguibile difatti come tutti i rivestimenti in legno, a doghe verticali, siano letteralmente caduti al suolo lasciando a vista il semplice scheletro della struttura.

Anche la struttura conica in laterizio è invasa da vegetazione e muschio e la presenza organica, per quanto possa essere evocativa di un romanticismo crepuscolare ed ottocentesco, modifica la struttura chimica del mattone oltre a praticare tramite le radici delle operazioni di microperforazioni della struttura, compromettendo la resistenza meccanica della struttura stessa.

Di conseguenza un atteggiamento di noncuranza perpetuato in tale maniera porterà in pochi anni, probabilmente in meno di un decennio, alla trasformazione delle Crotte allo stato di rudere, e con esse un altro pezzetto di storia, per chi vuole, della nostra identità, svanirà.

Non è il caso di disquisire su responsabilità o su errate abitudini che affondano nel malcostume italiano, certo è invece il bisogno di maggiore consapevolezza sul rispetto e sul vero valore del patrimonio edilizio e storico che questa città porta in seno; patrimonio che puntualmente si fatica a gestire appropriatamente.

***

Quella appena esposta è la puntuale descrizione storica e tecnica delle Fornaci di Ponte Crotte stilata dal Dott. Architetto Daniele Metallo (che ringraziamo sentitamente) , a beneficio dei tanti concittadini bresciani ignari di questa ricchezza nascosta nella nostra città.

Pro Lombardia Indipendenza denuncia con indignazione il rischio concreto che in un breve periodo di tempo questo tesoro possa andare perduto per sempre, a causa dell'inerzia del Ministero italiano dei beni culturali e dell'insipienza dei politici bresciani: infatti, è vero che lo Stato Italiano ha apposto in passato un vincolo sulle Fornaci, ma non ha mai stanziato un soldo per la loro riqualificazione, e d'altra parte i politici bresciani (degni rappresentanti dei partiti italiani di cui fanno parte) non hanno mai avanzato ai proprietari privati delle Crotte una seria proposta per la soluzione di questa emergenza. Pro Lombardia Indipendenza ritiene che il patrimonio storico e culturale di Brescia e della Lombardia debba essere preservato, non solo perché storia, cultura e identità producono sana occupazione, ma soprattutto perché sono espressione di un bene comune che non è negoziabile, il nostro passato (in tutte le sue declinazioni, dal patrimonio architettonico a quello paesaggistico e linguistico) , passato che ci ha reso la comunità civica bresciana e nazionale lombarda che oggi rivendichiamo di essere.

Dario Pederzani

Pro Lombardia Indipendenza

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