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Cronaca

Vacanze «amare» per i bresciani: uno su due non partirà

Il rapporto lombardo sulle vacanze degli 'autoctoni' registra nuovi cali, in linea con la situazione economica nazionale. I bresciani quelli più colpiti, anche se molti 'cittadini' possono consolarsi con i brevi week end sul lago di Garda

Il confronto si fa amaro, tra passato e presente. Non che Brescia sia una città brulicante, certo è che 40 anni fa si poteva davvero parlare di “città deserte” ad agosto: e Milano ne era forse il massimo emblema.

Ma dal nuovo rapporto sulle vacanze dei lombardi emergono dati col segno meno, in linea con quello che è il generale andazzo della situazione economica nazionale.

La Provincia di Brescia sembra essere quella che paga maggiore dazio (meno di uno su due potrà godersi le  meritate ferie fuori Regione) ma, come insegnano i più recenti dati ISTAT, non tutte le statistiche fanno legge, anzi.

Le zone a forte attrattiva turistica infatti, seppur mete provinciali, sono ancora in grado di attirare a sé anche autoctoni bresciani. Rispetto a un tempo però, si predilige la vacanza “toccata e fuga”, magari il week end lungo: sempre meno quelli che possono permettersi le due o tre settimane consecutive.

Dalla parte opposta, da chi invece con il turismo ci vive, il lago di Garda conferma il suo elevatissimo numero di presenze. Turisti stranieri in primis anche se, pure loro, quest’anno sembrano decisi a spendere un po’ di meno.

Si registra comunque un piccolo incremento della presenza tedesca, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, e una crescita continua delle presenze olandesi. Nel Basso Garda un altro gradito ritorno: si rivedono i francesi.

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