"Made in Italy" prodotti all'estero: sequestrati 75mila abiti distribuiti da un'azienda bresciana
Frode da 8 milioni di euro scoperta dalla guardia di finanza.
La rassicurante scritta "Made in Italy" sulle etichette per indurre negozianti e clienti finali a credere di trovarsi di fronte ad abiti “finest italian fabrics", come riportavano le diciture. Peccato che gli indumenti arrivassero già pronti e confezionati sul suolo nazionale: come accertato dalla guardia di finanza, le fasi di lavorazione, fabbricazione e confezionamento dei capi di abbigliamento avrebbero avuto luogo esclusivamente in altri paesi, come Bulgaria, Albania e Tunisia. Dopodiché una nota azienda di moda con sede in provincia di Brescia li importava e li distribuiva per la vendita in vari negozi in tutta Italia.
Una frode da ben 8 milioni di euro quella scoperta dalle fiamme gialle di Venezia durante un controllo lungo l'autostrada A4 in corrispondenza della stazione di servizio Fratta Nord, tra gli svincoli di Portogruaro e San Stino di Livenza. Dentro un autoarticolato proveniente dalla Bulgaria i finanzieri hanno infatti trovato un grosso quantitativo di abiti che presentavano, appunto, diciture come "made in Italy" o “finest italian fabrics". I documenti di trasporto e le fatture però riportavano la provenienza estera. Appurato che i capi venivano fabbricati altrove, per poi essere importati e distribuiti dall'azienda bresciana come "made in Italy", sono scattati i sequestri e le perquisizioni, anche nei negozi.
Oltre 400 gli esercizi commerciali, rivenditori (ignari) degli abiti recanti false indicazioni di origine, sono stati passati al setaccio. In tutto oltre 75mila i capi di abbigliament sono sequestrati: 4.800 capi erano esposti nelle boutique di tutta Italia. Sei le persone che dovranno rispondere penalmente della presunta frode.