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Cronaca

Frode fiscale da 1,8 miliardi di euro: arrestati tre imprenditori bresciani

Al centro dell'indagine una frode sull'Iva nel settore della grande distribuzione organizzata

Una maxi frode fiscale nel settore della grande distribuzione organizzata è stata scoperta dalla guardia di finanza di Milano. Le indagini, coordinate dalla procura del capoluogo lombardo, hanno portato alla luce fatture false per 1,8 miliardi di euro e 260 milioni di Iva evasa.  Le persone fisiche indagate - a vario titolo - per associazione per delinquere ed emissione e utilizzo di fatture false sono in tutto 39. Tra loro ci sono anche tre imprenditori bresciani: Giorgio e Maurizio Lazzari e Gianpietro Racagni (fino al 2019 responsabile degli acquisti del gruppo Auchan). Destinatari di una misura cautelare, insieme ad altre 6 persone, attualmente sono agli arresti domiciliari.

Come funzionava la frode

Al centro dell’inchiesta, una frode sull'Iva nel settore della Gdo (grande distribuzione organizzata), che ha coinvolto - tra il 2015 e il 2021 -  in particolare le società Gs ed ex Auchan. Le fatture false sarebbero state emesse da varie società, con sede in Italia e all'estero. Queste società, gestite dalle persone indagate, avrebbero sistematicamente effettuato l'acquisto della merce senza pagare l'Iva, presentando a fornitori italiani lettere d'intento mendaci e compiendo operazioni intracomunitarie non imponibili da parte di società 'cartiere', interposte nel ciclo di fatturazione della merce.

Sequestri per 260 milioni di euro

Le catene della Gdo, beneficiarie finali della frode, avrebbero così ottenuto un indebito risparmio d'imposta, connesso al mancato versamento dell'Iva da parte delle società che s'interponevano nel ciclo. Il gip Roberto Crepaldi ha quindi disposto il sequestro di 260 milioni di euro verso 15 società. Secondo quanto si apprende, ex Auchan avrebbe già transato con l'agenzia delle entrate riconoscendo la propria responsabilità.

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