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Cronaca

Estorsioni e usura, l'ombra della 'ndrangheta sugli imprenditori bresciani

Nuove condanne per l'inchiesta "Atto Finale"

Ci sono altre 5 condanne a margine dell'operazione "Atto Finale", l'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che si era conclusa, nell'autunno del 2021, con oltre una sessantina di indagati e almeno una ventina di arresti. Qualche mese fa erano già stati condannati (a 4 anni e 5 mesi e 3 anni e 4 mesi) i cugini Vincenzo e Giuseppe Facchineri, consideranti esponenti di una famiglia legata alla 'ndrangheta: ora come detto sono arrivate le prime condanne per altri 5 imputati.

Altri cinque condannati

Nel dettaglio, si tratta di Raffaele Maffettone, 60 anni e residente a Bedizzole: per lui 8 anni e 6 mesi di carcere. Condannato anche il figlio Leonardo Maria Maffettone, 31 anni: 3 anni di carcere. Sentenze pesanti anche per Francesco Scullino, 57 anni, che abita a Desenzano (7 anni e 6 mesi) e per Rocco Zerbonia, 51 anni di Cazzago San Martino (3 anni e 5 mesi) e Vincenzo Caia (7 anni e 2 mesi). Esclusa l'aggravante mafiosa, che invece era stata riconosciuta ai cugini Facchineri.

L'inchiesta "Atto Finale"

L'inchiesta, che nell'ottobre di due anni fa aveva portato inizialmente a 14 arresti, si era conclusa con l'intervento congiunto di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia: le misure cautelari erano state eseguite nelle province di Brescia, Milano, Cremona, Ascoli Piceno e Reggio Calabria. Nel corso delle indagini - dirette dei procuratori Roberta Panico, Erica Battaglia e Carlotta Bernardini - erano stati sequestrati più di 500mila euro in contanti.

Gli accertamenti di Dda, Procura e forze dell'ordine avrebbero permesso di documentare condotte intimidatorie ed estorsive, accordi e pagamenti usurari, pressioni e pretese economiche a danno di imprenditori, accordi per la spartizione dei guadagni illeciti, richieste di protezione criminale, situazioni di rischio per l'incolumità individuale. Nel caso dei 5 condannati per cui è stata pronunciata sentenza martedì, sono state ipotizzate usura ed estorsioni nei confronti di un imprenditore in difficoltà a cui erano stati prestati 194mila euro: dovrà essere risarcito (per ora) di 100mila euro.

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