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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Esine

Vende la sua auto, ma poi ci ripensa: minaccia l'acquirente con un coltello

Follia in Valcamonica: arrestato un 38enne di Esine che dopo aver venduto la sua auto se l'è ripresa minacciando il compratore con un coltello

E' in carcere accusato di rapina, estorsione, minacce e calunnie il 38enne di Esine che dopo aver venduto la sua Volkswagen Golf, a un conoscente con cui aveva già fatto affari di questo tipo, l'ha minacciato con un coltello per farsi consegnare altri soldi, e con l'aiuto di due complici (arrestati anche loro) l'ha minacciato ancora. Fino all'intervento dei carabinieri, che hanno chiuso la vicenda.

La vicenda

Una storia intricata. Il bresciano che poi finirà in carcere conclude l'affare di vendita con il suo conoscente che si occupa proprio di compravendita di automobili. Tutto bene, per ora: l'uomo riceve il denaro e viene perfezionato anche il passaggio di proprietà. Ma passa qualche giorno e il 38enne chiede all'amico di poter fare un ultimo giro sulla sua auto, anche se già venduta.

Richiesta lecita, perché no: salgono insieme in auto, finché la conversazione bruscamente non s'interrompe. L'ex proprietario della Golf, mentre si avvicina alla propria abitazione, ferma l'auto ed estrae un coltello: al compratore chiede altri soldi, pena chissà quali conseguenze e ovviamente niente macchina.

Soldi e minacce

Riuscirà a farsi consegnare ancora qualche migliaio di euro, ma le minacce poi proseguiranno. Circostanza che fa prendere coraggio al compratore, che dunque si presenta in caserma e racconta tutto ai carabinieri. I militari intervengono subito, ricostruiscono l'accaduto e avviano le indagini.

A nulla servirà il goffo tentativo del 38enne di contro-denunciare il suo conoscente: il risultato sarà un'altra accusa di calunnia nel suo già lungo elenco. Come detto dall'estorsione alle minacce, dalla rapina alla simulazione di reato. Sono stati arrestati anche i suoi due complici, di 35 e 47 anni: anche loro avrebbero dato seguito alle minacce del “capo”, e sono finiti ai domiciliari.

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