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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Trasportava eroina dentro lo stomaco: arrestato il corriere dei narcotrafficanti

C’è anche un 43enne residente in città tra le 28 persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Bologna: avrebbe ingoiato e trasportato ovuli di eroina per la banda di narcotrafficanti

Aveva un ruolo di secondo piano, ma avrebbe comunque fatto parte dell’organizzazione di narcotrafficanti che importava eroina dal Pakistan, il 43enne pakistano di casa a Brescia arrestato nei giorni scorsi. Secondo gli inquirenti, avrebbe compiuto alcuni viaggi per la banda, trasportando gli ovuli di eroina precedentemente ingoiati. L’organizzazione che importava la droga anche tramite Grecia e Spagna, per poi spacciarla principalmente in Emilia-Romagna, si serviva infatti di corrieri che ingerivano gli ovuli. 

A capo della banda tre fratelli pakistani, tutti residenti a Reggio Emilia, arrestati dalle fiamme gialle insieme ad altre 28 persone, tra cui appunto il 43enne residente in città, che è stato sottoposto all’obbligo di dimora. 

Da Reggio Emilia, base operativa, i tre fratelli affidavano i compiti ai corrieri e prendevano contatti all’estero per organizzare l’arrivo delle partite di eroina. Destinate principalmente al mercato emiliano. Trentuno le misure cautelari eseguite: 22 in carcere e 9 obblighi di dimora eseguite tra Bologna, Reggio Emilia, Ravenna, Pistoia, Arezzo, Brescia, Roma, Monza e Milano.

Oltre ai destinatari delle misure cautelari, durante l'operazione denominata 'Lot Bis’ (epilogo di circa 2 anni di indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna sotto il coordinamento dei Sostituti Procuratori Orsi e Martorelli della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno richiesto le misure cautelari, personali e reali, ora disposte dal Gip Panza) sono stati beccati in flagranza di reato anche 17 corrieri durante gli spostamenti, presso gli scali aeroportuali di Roma “Fiumicino”, Milano “Malpensa”, Firenze Peretola”, Pisa “Galileo-Galilei”, Napoli “Capodichino” e Vienna.

"Una banda spregiudicata e pericolosa - come definita dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato - per il numero di queste singole importazioni (ingerivano fino a 700 grammi di droga a testa) ma soprattutto per le modalità. Questi corrieri a basso costo che introducono nel proprio corpo gli ovuli - afferma Amato - accettando così il rischio frequente di eventuali rotture e quindi di conseguente morte, da un lato la miseria dei corrieri e dall'altro la spregiudicatezza dei capi".

I finanzieri hanno inoltre sequestrato - preventivamente ai fini della confisca - beni per un valore complessivo di 500mila euro. Automobili, appartamenti, garage e attività commerciali, tutti intestati e/o riconducibili ai principali indagati  localizzati nelle province di Reggio Emilia, Mantova, Monza-Brianza.
 

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