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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Bienno

"In morte di un poeta silenzioso": Franco Arminio ricorda il 33enne morto in un dirupo

Il noto poeta, che tempo fa conobbe Domenico Carrara, ha voluto ricordare il giovane scomparso in Valcamonica

Bienno, la Valle Camonica, Grottaminarda, l'Irpinia: da nord a sud, da ieri pomeriggio si piange la scomparsa di Domenico Carrara, il bidello 33enne ritrovato privo di vita in un dirupo, dopo cinque giorni di incessanti ricerche. Tra i tanti che lo piangono, anche Franco Mario Arminio, il celebre poeta, che qualche tempo fa conobbe Domenico, che lo aveva invitato nella scuola nella quale lavorava per presentare un libro di poesie. 

In un lungo, toccante, articolo sul Corriere del Mezzogiorno, Arminio parla dell'incontro con Domenico, descrivendolo come una persona speciale: «Domenico Carrara era un poeta e un attento lettore di poesia. Leggeva i classici e leggeva i poeti di oggi. Io lo avevo conosciuto in Rete e poi alla casa della paesologia. Mi aveva invitato a Grottaminarda nella scuola dove aveva trovato un lavoro provvisorio. Aveva presentato insieme a me Cedi la strada agli alberi. Ricordo le parole che si siamo scambiati dopo la presentazione, la sua voglia di scrivere, la difficoltà di farsi leggere. E poi il rapporto per tutti complesso con una terra come l’Irpinia, una terra che ama i suoi figli quando sono lontani, non sa accarezzarli, non sa riconoscerli. Non saprei dire quale fosse il rapporto di Domenico con il suo paese, so che si era trasferito a Bienno, Alta Valcamonica, per un altro lavoro provvisorio. Conosco altri ragazzi della sua età che sono partiti in questi anni. A loro spesso rivolgo il mio invito a tornare e la cosa che mi rattrista è che Domenico questo invito un po' velleitario non potrà ascoltarlo».

«L’ultima volta che gli avevo scritto su Facebook - prosegue Arminio - era per invitarlo a seguire uno speciale tg1 in cui raccontavo la vicenda del terremoto. L’invito era accompagnato da un generico come stai, ma in realtà io non sapevo neppure dove stava. Adesso funziona così, ognuno conosce in Rete tante persone e magari è difficile capire quelle che meritano più attenzione. Domenico era sicuramente una di queste. Oggi ho riletto un poco i suoi versi e mi sono sembrati belli e dolenti, versi che non si travestono da capolavoro, una tonalità seria, un poco dimessa, come se non volesse alzare la voce, ma qualcuno ha scritto che un urlo è un urlo anche a bassa voce. Ecco, oggi l’Irpinia e il Sud hanno perso un poeta silenzioso, un poeta che non amava farsi notare. Poco conta che scrivesse prevalentemente in prosa, la sua scrittura aveva due virtù che tutti dovremmo avere: verità e attenzione. La sua scomparsa mi insegna e ci insegna per l’ennesima volta che l’attimo terribile può arrivare all’improvviso per chiunque. E allora in ogni rapporto non dobbiamo mai giocare al risparmio con la gentilezza e la premura. Non serve a molto inseguire gli altri per informarli di tutto quello che facciamo. Dobbiamo piuttosto invaghirci della vita degli altri, proteggerla come se fosse la nostra. Se dovessi riuscire a essere fedele a questo proposito, comunque non potrò farlo con Domenico, ma lo farò anche grazie a lui. La poesia almeno questo ce lo insegna, la vita è una vicenda a cui partecipano i vivi e i morti. Leggendo le sue storie e i suoi versi - conclude Arminio - Domenico torna tra noi. Forse nessuno va mai via, forse è vana la lotta di ognuno per essere qui, per esserci veramente

Sul proprio profilo Facebook, Arminio riporta una poesia di Domenico. Lo facciamo anche noi, "con la tristezza che non ne potrà scrivere altre".
 
Non so la forma,
non so l’andare,
se il cielo degli angeli
sia lo stesso delle zanzare.

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