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Cronaca Darfo Boario Terme / Via Roma

«Domani Zavtra»: da Darfo all'Ucraina, per il sorriso degli orfani

Quasi 200 associati e tantissimi volontari, progetti di sviluppo e di solidarietà negli orfanotrofi ucraini, da Gorodnya a Jablunovka, progetti concreti che proseguono ormai da un decennio. Abbiamo parlato con il presidente

Un’associazione laica, da Darfo Boario Terme alle sterminate pianure ucraine, aiuti umanitari e sanitari, aiuti concreti e visibili, negli orfanotrofi di Gorodnya, Jablunovka e Udaizi, i grest per i bambini nei lagher di Smiena, Baturien e Barvinok, la casa per i bambini di strada a Kiev (in collaborazione con la Caritas), l’ospitalità estiva nelle terre italiane. Questi sono solo alcuni dei progetti della Onlus Domani Zavtra, letteralmente un ‘domani domani’, per fare in modo di migliorarlo davvero questo domani. Quasi 200 associati e un folto numero di volontari, da Brescia e Bergamo, “tante persone brave con le mani e che hanno voglia di fare, sacrificano anche le loro ferie pur di salire con noi”.

A raccontarcelo è il presidente Cristian Molinari, proprio in conclusione dell’ultimo ‘giro’ di ospitalità, quasi 50 bambini (e cinque accompagnatori) distribuiti in quattro gruppi, in quattro paesi, a Esine e Pisogne, a Ciliverghe e Roncola di Bergamo. “Preferiamo che stiano in gruppo, sono tutti orfani, il loro trasferimento in famiglia sarebbe troppo traumatico. Alcuni vengono da Gorodnya, l’orfanotrofio più grande della Regione, a due passi dalla Bielorussia, una struttura che ospita solo ed esclusivamente orfani, quasi 240 bambini e quasi 120 assistenti. Poi ci sono le altre strutture miste, come Udaizi e Jablunovka, che al loro interno hanno anche degli studenti”.

Il 7 luglio sono partiti i primi volontari, una settimana o massimo quindi giorni, poi la giusta alternanza, fino al 20 agosto, almeno 30 persone a cui si aggiungono i ragazzi che vanno fare il grest, altri 15, “un vero valore aggiunto perché i bimbi degli orfanotrofi non sono abituati, d’estate sono come abbandonati a sé stessi, e il grest diventa un primo contatto importante, possiamo entrare in confidenza con loro”. Un rapporto importante, perché permette di capire sia come si comportano i ragazzi sia come si comportano i tutor, e gli educatori. Poi c’è Jablunovka, dove Domani Zavtra ha collaborato con ditte locali, oppure Kiev, “un progetto che una volta avviato ora prosegue da solo”.

Il grosso del lavoro si fa però in “aperta campagna”, strutture spesso desolate e distanti dai centri abitati, “60 o 70 km dalla prima città”, perché l’Ucraina ha sì gli stessi abitanti dell’Italia, “ma è pure 4 o 5 volte più grande”. Poi c’è il caldo d’estate, torrido e afoso, e il freddo gelido dell’inverno, anche 30 gradi sotto zero e “un vento che ti taglia la faccia e la pelle”. E le tante, tantissime contraddizioni di un Paese che cresce, ma a che prezzo, “il 5% della popolazione che detiene il 90% della ricchezza”, e nella Capitale la cosa fa ancora più specie, palazzoni da regime o anche da Dubai, quasi dorati, e tanta gente invece che d’inverno per sopravvivere deve vivere nelle fogne.

Progetti in Ucraina - © Domani Zavtra


Tutto circondato da una piaga storica, l’alcolismo diffuso, la prima causa di morte prima degli incidenti stradali, in ogni caso strettamente legati all’ebbrezza. “Gente molto povera e che non può permettersi la vodka, e allora vive di questi distillati artigianali, tutto quello che può fermentare, letame compreso. Brodaglie che ti distruggono, vere bombe che ti stordiscono il cervello. E purtroppo in tutto il Paese è così, buona parte degli uomini bevono e non lavorano, cominciano a 15 anni e a 40 sono già da buttar via, mentre la politica fa finta di niente, il potere se lo passano sempre gli stessi, la corruzione dilaga in ogni angolo, e in ogni città. Una situazione difficile, una mentalità corrotta, ricchezza astronomica, povertà dilagante”.

Ma qualcuno potrebbe anche uscirne: “Per questo lavoriamo con i bambini – continua Molinari – per provare a cambiare le cose, lavorare sulle nuove generazioni per fargli capire che c’è un’altra strada, che c’è un’altra cultura, un’altra vita. La scuola, l’impegno, il lavoro e la realizzazione personale. Ma anche la solidarietà, il mutuo soccorso, perché tanti orfani quando crescono poi si aiutano, si dividono le spese, si danno una mano l’un l’altro”. Come scrivono tanti sociologi, e come la storia prima o poi ci insegnerà, non è l’uomo che nasce cattivo, al contrario. E’ la società che forgia gli uomini e le generazioni, è chiaro che una società carica di contraddizioni non può che ‘allevare’ uomini che queste contraddizioni le covano al proprio interno.

“Sappiamo che è un lavoro difficile, un lavoro durissimo. Ma qualcosa siamo riusciti a fare, siamo partiti che eravamo solo un gruppo di amici, ora riusciamo a investire in progetti da decine di migliaia di euro. Questi bambini sono il futuro, vogliamo provare a cambiare il loro in meglio, a migliorare il loro domani”.

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