Doping e sostanze proibite, condannato il titolare di una palestra
Un anno e otto mesi (con pena sospesa) per Maurizio Bettini, titolare della palestra Genesis di Desenzano del Garda, finita nel mirino degli inquirenti per un giro di sostanze proibite
Si è chiusa con la condanna a 20 mesi (con pena sospesa) di Maurizio Bettini l'inchiesta sul giro di sostanze pericolose e dopanti smerciate all'interno della palestra Genesis di Desenzano del Garda. L'uomo è stato condannato anche al pagamento di una multa da 4mila euro.
Bettini, proprietario della palestra, era finito ai domiciliari lo scorso settembre, con l'accusa di commercio di sostanze dopanti. L'ordinanza di custodia cautelare era arrivata a pochi giorni dal patteggiamento delle altre tre persone coinvolte nell'inchiesta condotta dalla Polizia Locale di Montichiari e coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la palestra era frequentata dagli atleti - ciclisti, body builders, runners - in cerca di aiutini di qualsiasi tipo per potenziare la propria muscolatura e ottenere prestazioni sempre migliori. L'offerta pare fosse piuttosto ampia: per poche decine di euro si potevano acquistare epo, nandrolone, testosterone e ormone della crescita.
A capo del giro, secondo gli investigatori, c'era Gianfranco Bozza, 58enne di Ome, mentre a procurare le sostanze dopanti ci pensava Jacopo Beretta, 31enne di Desenzano. L'anello finale della catena era Nicola Ravelli, che consegnava la 'merce' ai clienti. I primi due hanno patteggiato due anni, il terzo un anno e dieci mesi. Pene sospese in tutti e tre i casi.
L'inchiesta era partita proprio dalla denuncia di un cliente della palestra: si sentì male dopo aver assunto le sostanze dopanti e decise di raccontare tutto agli agenti della Polizia Locale.