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Cronaca Desenzano del Garda / Via Porto Vecchio

L’Alta Velocità arriva a Desenzano: dentro il vertice, fuori le proteste

A Palazzo Todeschini il primo vertice di confronto da sette anni a questa parte, insieme a sindaci e consiglieri, associazioni e consorzi. Poco fuori la protesta pacifica di quelli che la TAV non la vogliono proprio vedere

A Desenzano del Garda si comincia a fare sul serio e a parlare di TAV, l’Alta Velocità che passerà tra Brescia e Verona e che stando al progetto attuale passerà anche dal Garda, tra le Colline Moreniche, tra i vitigni del Lugana. Palazzo Todeschini diviene il teatro di un primo incontro, organizzato dal Comune di Desenzano e dal Comitato Colline Moreniche (con Lovisetto e Stanziani presenti in loco), il primo vero vertice di confronto da sette anni a questa parte, e che ha preso in esame la mozione firmata Rino Polloni (consigliere comunale Lega Nord) e datata marzo 2011, e i successivi richiami parlamentari di Alessandro Montagnoli, Pierangelo Ferrari e Gianpaolo Fogliardi, tutti presenti in sala.

All’ordine del giorno la possibilità di deviare il tracciato, spostarlo appena più a sud così da preservare un territorio non certo immacolato ma dal chiaro interesse turistico, economico e paesaggistico. Nella gremita sala che dà sul Porto Vecchio non sono mancati i rappresentanti delle due Province coinvolte, il presidente bresciano Daniele Molgora e il vicario di Verona Gualtiero Mazzi, oltre a varie associazioni da tempo impegnate sul territorio, il citato Comitato e il Consorzio Garda Hills, il Consorzio per la Tutela del Lugana e quello del Custoza, i sindaci dei dintorni come Elena Zanola, consiglieri regionali come Gian Antonio Girelli.

Padrona di casa la neo eletta Rosa Leso, sindaco di Desenzano al termine della recentissima tornata elettorale. “Abbiamo bisogno di un’alternativa – ci anticipa il primo cittadino desenzanese – che riesca a portare un vero equilibrio, con il minor impatto possibile. Stiamo lavorando insieme, con una fortunata unione d’intenti, per impegnarci in proposte costruttive senza sbandierare l’inutile ideologia del NO a prescindere. Trovare dunque una conciliazione tra interessi territoriali ed economici, ragionare in termini propositivi, senza gravare sull’ambiente che ci circonda”.

Anche in Provincia di Brescia, all’unanimità, è stata approvata un’analoga mozione: se la TAV si deve fare – troppi gli interessi intrecciati, troppi i soldi investiti – tanto vale mitigarne gli effetti, a breve e a lungo termine. Un inedito tête-à-tête PD-Lega: “Questa volta il colore politico non c’entra – spiega infatti Montagnoli – dobbiamo affrontare un problema di territorio. La TAV è un intervento necessario, ma va fatta nella maniera migliore”. Pari eco arriva anche dai deputati PD, Fogliardi e Ferrari: “Il mondo va avanti, e di pari passo si deve procedere. Ma la volontà del territorio è chiara, così come la sua determinazione. I Comuni delle due Regioni, insieme, possono raggiungere un notevole potere contrattuale, faremo di tutto per spostare l’Alta Velocità di pochi chilometri più a sud, evitando spese inutili, interventi rischiosi, danneggiamenti irreversibili”.

TAV: a Desenzano vertice e proteste - © Bresciatoday.it


La pensano allo stesso modo anche Molgora e Mazzi, che all’unisono parlano di “un accordo territoriale totale”, magari in tempi brevi, per “studiare un progetto migliore”, che possa davvero salvare “il delicato equilibrio del Basso Garda”, l’agricoltura e il turismo. Ma se dentro al Palazzo gli interventi si susseguono poco fuori infuria la pacifica protesta di chi la TAV non la può proprio vedere, e che non vuole accettare quella che “pare una speculazione”, e che a nessuno serve se non ai “soliti noti”. Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, Desenzano in Movimento, sotto la bandiera del Comitato NO TAV Colline Moreniche, cittadini-attivisti-ambientalisti.

Come Giovanni Contiero, che della presunta discussione interna si dice convinto che “in realtà non si discute affatto”, e che qualsiasi proposta, anche se diversa dal progetto preliminare, “risulterà sempre inaccettabile”, in ogni caso. “Un progetto che ci costerà 35 milioni al chilometro, tre volte più che in Francia, una linea velocissima che però è incompatibile con il nostro contesto, che distruggerà il territorio, che ci porterà un debito così preoccupante da ripercuotersi per generazioni”.

E ce lo ripete anche Franco Tiana, consigliere di SEL per la Provincia mantovana: “Quest’opera è sinonimo di malaffare, di speculazione. Senza alcuna utilità ai cittadini, anzi. Darà il colpo decisivo alle risorse per il Trasporto Pubblico Locale, ai treni per i pendolari, alle infrastrutture già carenti. Non importa se la faranno a Brescia oppure a Mantova, il problema ambientale va affrontato veramente, la TAV deve essere bloccata. Dobbiamo investire e migliorare il servizio che già abbiamo, e non distruggere il territorio, distruggere il nostro futuro”.

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