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Cronaca Borno

Il viaggio dell'orrore fino alla Valcamonica: ha provato a bruciare Carol sul barbecue

Dopo averla uccisa e fatta a pezzi, il viaggio fino alla Valcamonica

Niente gelosia, né vendetta: solo un gioco erotico finito male, in preda ad un improvviso “raptus”. E' questa la versione di Davide Fontana, il bancario di 43 anni ora in stato di fermo e accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere: è lui l'unico indagato per la morte di Carol Maltesi, la ragazza di 26 anni con cui aveva avuto una relazione, uccisa a fatta a pezzi e poi gettata in un dirupo a Paline di Borno.

Il racconto dell'omicidio

In un macabro racconto mai avaro di dettagli il 43enne – che con Carol aveva avuto una relazione – ha spiegato come l'avrebbe uccisa: durante un gioco erotico, in cui lei era nuda ma con i piedi legati e un cappuccio in testa, e lui avrebbe dovuto colpirla (per finta) con un martello, mentre tutto questo veniva filmato. Fontana avrebbe però cominciato a colpirla con violenza sulla testa, senza apparente motivo: vedendola in fin di vita, avrebbe deciso di ucciderla tagliandole la gola.

Uccisa e fatta a pezzi

Il video è stato cancellato, sostiene Fontana, ma gli inquirenti sono convinti di poterne recuperare le tracce, su smartphone o computer. Al termine del brutale omicidio l'orrore si è tutt'altro che concluso, anzi. Fontana avrebbe comprato un'accetta e un seghetto al Bricoman di Rescaldina, il paese in provincia di Milano dove i due abitavano: erano vicini di casa, sullo stesso pianerottolo. Con seghetto e accetta avrebbe fatto a pezzi il corpo, in almeno 15 parti poi abbandonate in vari sacchi neri dell'immondizia.

Ha cercato di bruciarla

Il cadavere smembrato sarebbe rimasto nella casa di Carol, dove si è consumata la tragedia, per almeno due o tre giorni: il tempo che arrivasse il freezer a pozzetto che Fontana aveva acquistato online. Nei giorni seguenti il 43enne avrebbe provato a bruciare i pezzi del cadavere con alcol e benzina in una zona barbecue in un b&b di Vararo, sul lago Maggiore. Tentativo fallito, cambio di programma: il 20 marzo scorso, dopo aver già effettuato più di un sopralluogo, porterà i resti della povera Carol – nota anche come Charlotte Angie – nel dirupo di Paline a bordo della Fiat 500 della ragazza (ora sotto sequestro come i due appartamenti). Il resto è triste, tristissima storia.

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