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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Raccontate poco, ma il vostro sguardo lo dice: niente per voi sarà più come prima"

Il messaggio di Chiara Toninelli, un'insegnante di Brescia. In un commovente post su Facebook, racconta la paura e le difficoltà del marito che fa l'infermiere al Civile

In questa guerra contro un nemico invisibile, suo marito è in trincea. Lavora in ospedale e tutti i giorni combatte per cercare di arginare la pandemia del Covid-19, convivendo con la paura di portare il virus dentro casa.

A dare voce ai sentimenti e alle sofferenze di uno dei coraggiosi operatori sanitari al 'fronte' è Chiara Toninelli, insegnante di Brescia sposata con Francesco, un infermiere del Civile impegnato in questa emergenza che sta sconvolgendo le nostre vite, mettendo a dura prova il nostro sistema ospedaliero, la nostra nazione.

Un messaggio commovente pubblicato su Facebook, che restituisce in pieno la drammaticità della situazione: "Questo sguardo ora ferito e questi occhi che vi si riempiono spesso di lacrime torneranno alla tanto agognata normalità, ma, lo so, che nulla, soprattutto per voi, sarà più come prima".

Il messaggio di Chiara

Gli occhi degli infermieri in questi giorni sono stanchi. Avete visto tante, troppe cose che vi hanno turbato, che vi hanno interrogato e ferito. Siete abituati a lavorare "in prima linea", lo fate tutto l'anno, non solo quando tutti si accorgono di quanto siete preziosi. Avete visto in faccia tante volte la sofferenza, la malattia, la morte. Ma ora, ma in questo caso il senso di impotenza si sta facendo spazio tra voi come non mai. Non lo dite, ma il vostro sguardo lo dice. Siete abituati a lavorare diversamente, la cura del paziente, nella sua totalità, è ciò che fa di voi dei professionisti, e invece, oggi, siete costretti a fare un passo indietro, a creare un distacco che spiazza e che vi fa lavorare con il magone. Non lo dite, ma il vostro sguardo lo dice. Raccontate poco in questo periodo, ma ne vedete tante e il vostro sguardo lo dice. Indossate la vostra divisa con orgoglio, ne sono certa, ma forse, per un attimo, avete pensato che sarebbe stato meglio fare un altro mestiere. Indossate la vostra divisa, due paia di guanti, il camice idrorepellente, la cuffia, i sovracalzari, la mascherina che vi segna il viso e che non vi fa respirare e varcate la soglia di quel reparto che vi spaventa, ma che sapete ha bisogno di voi. A chi vi dice che siete eroi sorridete e probabilmente pensate che è il vostro lavoro, che non avete molta scelta, ma spero che l'affetto e la gratitudine che stiamo mostrando verso di voi vi sostenga almeno un pochino. E lo sappiamo che avete paura, il vostro sguardo lo dice, avete paura per i vostri cari, per i vostri bambini e per i vostri genitori e quindi non date più abbracci, non baciate più, ci tenete a distanza senza darlo troppo nell'occhio, ma il vostro sguardo lo dice. Coraggio infermieri. Siete preziosi. Il vostro sguardo tornerà a essere come prima, anzi, sarà meglio di prima. Questo sguardo ora ferito e questi occhi che vi si riempiono spesso di lacrime torneranno alla tanto agognata normalità, ma, lo so, che nulla, soprattutto per voi, sarà più come prima. Coraggio infermieri. E lo so che probabilmente tutto ciò vale per i medici, per gli operatori sanitari e per chiunque lavora nella sanità, ma io ho sposato un infermiere e lo sguardo che ho davanti è il suo. E non l'ho mai visto così attonito, perso e stanco. Coraggio infermieri, coraggio Francesco.

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