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Cronaca

Coronavirus: nessun caso sospetto nel Bresciano, ma è già scattata la psicosi

Negozi e attività cinesi della città, come della provincia, sono deserti e ci sono già state immotivate richieste di ricovero.

Nel mondo il numero di contagi accertati da coronavirus si avvicina a quota 15mila, con oltre 300 morti. Lo stabilisce l'ultimo bilancio fornito dalle autorità e dai media cinesi. Un’emergenza che per ora non riguarda la nostra provincia: nessun caso sospetto. Ad affermarlo è Claudio Sileo, direttore genarle dell’Ats di Brescia.

Ma la psicosi è già scattata. Molti commercianti cinesi della città hanno già rilevato un abbondante calo dei clienti nelle loro attività, ristoranti o negozi che siano. Non solo: ci sarebbe già chi, di rientro dalla Cina, ha telefonato o si è presentato in ospedale, al Civile, per chiedere di essere messo in quarantena, nonostante non presentasse i sintomi dell’infezione, che lo ricordiamo sono: febbre alta, tosse e serie difficoltà respiratorie.

Il Governo italiano venerdì ha dichiarato lo stato di emergenza. In Lombardia la Regione ha reso noti quali sono i laboratori accreditati per l'analisi del virus, se mai ci fossero dei casi locali, e quali sono invece i reparti per malattie infettive pronti a intervenire se qualcuno dovesse contrarre il virus: tra questi c'è anche il Civile di Brescia.


Ma è davvero  azzardato parlare di epidemia nel nostro paese: i casi accertati di coronavirus sono solo due. Si tratta di due turisti cinesi, marito e moglie di 67 e 66 anni, atterrati pochi giorni fa all'aeroporto di Malpensa per una vacanza, transitati dunque da Milano, poi da Parma e infine da Roma. Sono ricoverati in ospedale proprio nella Capitale.

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