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Cronaca Largo Torrelunga

Lombardia: 117mila mq di cemento al giorno. Garda: 1000 case invendute

Un viaggio nelle terre lombarde dove si consumano oltre 115mila metri quadri al giorno di suolo libero: il cemento come merce di scambio dalla rendita elevatissima. Per guadagnarci basta venderne la metà

Una Repubblica fondata sul metodo Renzo Piano, quello dell’ecomostro di Bari e quello del progetto per un quartiere operaio dove tra una finestra e l’altra al massimo ci stavano due spanne. Benvenuti nell’età del cemento, il docu-film firmato Legambiente (regia di Mario Petitto) proiettato ieri sera negli spazi di AmbienteParco, tra indignazione e sospiri il consumo di suolo sarà uno dei temi forti della campagna elettorale, 42 milioni di ‘buon’ profitto secondo Formigoni (e solo nel 2011), e più di 115mila metri quadri di suoli liberi che in Lombardia lasciano spazio all’abitato e al costruito, ogni giorno, i trenta piò che cantano Cinelli e Dellino.

Poco importa se c’è ancora chi spera, “vorrei tanto che il mio nipotino gli alberi li possa vedere dal vivo, e non solo in fotografia”. Il modo migliore per uccidere il territorio, come suggerisce Maurizio Casiraghi dell’Università Bicocca, “una rendita parassitaria che si genera esclusivamente per scelta pubblica”, ma come fare per fermare un business che moltiplica per dieci il valore dei terreni agricoli, come fare per fermare i 600 km di nuove autostrade lombarde, “il consumo di suolo che modifica radicalmente la vita di chi ci abita”, la trasformazione irreversibile che ha la sua massima espressione nei palazzoni dai piani mai occupati, il quartiere Stephenson di Milano dove “se qualcuno arriva è perché intanto lascia vuoto un altro palazzo”.

A Brescia è lo stesso, e ha ragione Damiano Di Simine (presidente Legambiente Lombardia) quando dice che “ci sono abbastanza appartamenti vuoti per assorbire le necessità abitative dei prossimi 20 anni”. Solo in Lombardia 27 milioni di metri cubi, e sui muri “mangiate la terra coi vostri palazzi mentre le scuole cadono a pezzi”, la vera merce di scambio dell’Italia repubblicana, l’edilizia e i suoi derivati, e se stringiamo fa ancora più effetto, 1000 unità invendute sul Garda e chi perfino dice “era meglio quando almeno i tedeschi compravano”, ma si può fermare lo scempio, se di case basta venderne 12 su 20, se la rendita è ancora così alta.

“Quello che manca – conclude Damiano Di Simine – è una sola normativa che stabilisca che il suolo è una ricchezza, che il suolo è un bene comune”.

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