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Cronaca Chiari

Il dramma di Cesare: morto nel suo primo giorno di lavoro

Un periodo difficile, la disoccupazione. Poi la speranza che torna, un nuovo lavoro sui cantieri. Ma per il 38enne Cesare Bonardi il primo giorno è stato fatale, morto caduto da un'impalcatura nel piacentino

Una tragedia senza fine. Il nono 'caduto' bresciano dai cantieri e dalle fabbriche si chiamava Cesare Bonardi, aveva solo 38 anni. Aveva perso il lavoro, per qualche tempo era rimasto disoccupato. Poi forse uno spiraglio, il flebile lumino della speranza che si accende, perché in questa maledetta società se non lavori non sei nessuno, e se muori sul lavoro ancora meno. Era tornato sui cantieri, era il suo primo giorno: ma qualcosa è andato storto, e Cesare Bonardi è morto.

Sarebbe precipitato nel vuoto da oltre 10 metri d'altezza: insieme ad altri stava effettuando un sopralluogo su di un tetto di un capannone, a Cortemaggiore in provincia di Piacenza. Il terribile incidente è avvenuto verso le 11: uno dei pannelli che lo sosteneva ha ceduto, Cesare Bonardi è caduto di sotto, sarebbe morto sul colpo.

Disperati ma inutili i tentativi di rianimarlo, di salvarlo: il suo cuore ha immediatamente cessato di battere. La salma è ancora in ospedale, in obitorio: i genitori, giunti sul posto appena hanno saputo, hanno autorizzato l'espianto di cornee e organi, proprio come Cesare avrebbe voluto. Generoso anche oltre la morte.

E così lo ricordano gli amici e gli ex colleghi, anche su Facebook. Parole dolci, per un ragazzo che in tanti giudicavano speciale. Originario di Capriolo, ormai da una decina d'anni si era trasferito a Chiari, dove abitava col fratello Roberto, la madre Luisa e il compagno di lei. Tra alti e bassi, aveva sempre lavorato sui cantieri. Da pochi giorni aveva ricominciato, assunto da una ditta specializzata nella rimozione di amianto.

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