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Cronaca

Omicidio Stefania: "Troppe cose non tornano, forse c’è un complice"

Secondo l’avvocato di Stefano Del Bello qualcuno potrebbe aver aiutato Chiara Alessandri a portare a termine il piano omicida.

Un forte shock e un immenso dolore, ma nessun senso di colpa: solo la voglia di fare piena chiarezza sulle ultime ore di vita di Stefania Crotti. Sono questi, a detta del suo legale Luigi Villa, i sentimenti di Stefano Del Bello, marito di Stefania Crotti ed ex amante della sua assassina Chiara Alessandri, per la quale il Gip ha convalidato l'arresto, ritenendola una persona pericolosa.

“Mi stupiscono, in particolare, due circostanze - spiega il legale - la Alessandri ha ammesso di aver ammazzato Stefania ma continua a ribadire di non aver bruciato il corpo (trovato carbonizzato nelle campagne di Erbusco ndr). Questo lascia pensare che qualcun altro l’abbia fatto al posto suo ed è difficile pensare che si tratti di persone estranee alla vicenda. Ha confessato l’omicidio e non comprendo perché debba mentire su un aspetto tutto sommato meno grave rispetto al resto della vicenda. Ciò mi lascia pensare che possa aver avuto un complice.”

Non è l’unico nodo da sciogliere. Chi conosceva Stefania ritiene infatti molto strano che la donna abbia accettato di salire sul furgone di uno sconosciuto, per di più facendosi bendare. Ai famigliari risulta davvero difficile credere che la 42enne sia caduta nella trappola architettata dalla Alessandri, pensando che dietro al biglietto, alla rosa, alla canzone di Giorgia ci fosse davvero suo marito.

“Il mio assistito non faceva cose del genere - chiarisce l’avvocato -. Non le ha mai scritto bigliettini d’amore, né tantomeno regalato rose, e quella canzone di Giorgia che sarebbe stata usata per convincerla a salire sul furgone proprio non significava nulla né per lei né per il mio cliente. Non conoscono le risultanze investigative, ma ritengo che ci si sono elementi che suggeriscono l’ipotesi di un complice”.

Al momento, Angelo Pezzotta - il 53enne di Seriate che con il suo furgone ha portato Stefania nel garage di Gorlago dove è poi stata ammazzata con quattro martellate alla testa - è considerato un complice involontario della vicenda. Secondo gli inquirenti credeva che il piano organizzato dalla Alessandri fosse una sorpresa con nobili intenti e non una trappola mortale. Ed è lo stesso imprenditore che, all’Eco di Bergamo, ha rivelato che è stata proprio la canzone di Giorgia a convincere Stefania a salire sul quel maledetto furgone.

“Non ho elementi per dubitare di quello che dice quest’uomo, che né io né il mio cliente conosciamo, ma di certo che c’è qualcosa che non quadra. Chi conosceva  le abitudini di Stefania ritiene impossibile che sia fidata di uno sconosciuto”.

Una delitto efferato e del tutto inaspettato: “La  breve relazione che c’è stata tra il mio cliente e la Alessandri era tutto tranne che clandestina: era stata allacciata in un momento di crisi del matrimonio e poi interrotta dopo poche settimane e Stefania ne era a conoscenza. Il gesto pazzesco della Alessandri era imprevedibile e inaspettato, non c’era alcun sentore che potesse far pensare che avrebbe fatto del male a Stefania. Ho sentito parlare di una perizia psichiatrica , ma non ci sono avvisaglie che in passato abbia avuto dei disturbi.”
 

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