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Cronaca Via Giovanni Cimabue, 16

Cesio 137, Cromo.. e non solo! Le acque inquinate della città di Brescia

Alla Casa delle Associazioni cittadini e comitati chiedono chiarezza e interventi concreti. Cromo esavalente e Cesio 137, da Folzano a San Polo: "Rischio contaminazione, ora serve un'azione di natura straordinaria"

Superficialità, disinteresse e inefficienza, nei confronti di un problema che invece è una priorità e che ora necessita di un’azione di natura straordinaria. Questa la posizione comune della Consulta Ambiente, del Comitato Difesa Salute Ambiente, del Comitato Spontaneo Contro le Nocività, del Comitato Villaggio Sereno e di Legambiente, oggi riuniti alla Casa delle Associazioni di San Polo per chiedere chiarezza e interventi concreti nei confronti dell’eventuale contaminazione delle acque bresciane. Le problematiche sono evidenti, e certo da non sottovalutare: la presenza di cromo esavalente nella falda superficiale e anche in alcuni pozzi di servizio dell’acquedotto cittadino e la questione, forse ancora più preoccupante, del Cesio 137 a San Polo.

“Sono tante le preoccupazioni che hanno motivato uno sforzo congiunto dei comitati, dei cittadini e delle associazioni – fanno sapere da Via Cimabue – e la presentazione di una serie di richieste dirette e concrete. I cittadini bresciani hanno il diritto di conoscere se l’acqua che sgorga dai loro rubinetti contiene inquinanti, e se viene controllata adeguatamente”. Dalla Cava Piccinelli ai pozzi di Folzano, e poi Via Padova e Via Fura: non c’è più tempo da perdere, non si può più scherzare, il pericolo della contaminazione, se non già in corso, è solo questione di tempo.

“Chiediamo l’avvio immediato delle opere di messa in sicurezza di quei siti considerati potenzialmente pericolosi, una messa in sicurezza sostenibile e permanente. Oltre a un deposito idoneo serve anche un concreto sforzo di rilevazione, misure di cautela ulteriori, e una sistematica indagine di rilevazione e monitoraggio, a tappeto su tutto il territorio cittadino e provinciale, per studiare e individuare altre possibili situazioni di contaminazione”.

Le concentrazioni di sostanze pericolose per la salute sono un segnale d’allarme che ormai non può più essere preso sotto gamba. In lungo e in largo, in un territorio colpito da degrado di ambiente e di aria, e dove la concentrazione media di Cesio 137 e di cromo esavalente nelle acque è molto più alta che in altre zone d’Italia. “La situazione non migliora, anzi. E non viene preso alcun provvedimento: la falda superficiale è già contaminata in modo rilevante, anche la falda inferiore corre questo rischio. Bisogna agire affinché la contaminazione non avvenga, i cittadini hanno il diritto di vivere una vita serena. I cittadini si sono attivati, hanno fame di informazioni, sono in grado di valutare con attenzione i dati che abbiamo. Se le cose non cambiano saranno i nostri figli ad assumere queste sostanze, dall’aria e dall’acqua, per anni e per decenni”.

La cronaca amara di una situazione presto insostenibile. Dall’amministrazione che non dà notizie, e più volte ha ribadito che “non c’è niente di cui parlare” fino alla stessa legislazione, che non prevede pene adeguate per l’inquinamento ambientale.
 

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