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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cazzago San Martino

Colpo al caveau da 80 milioni di euro: i nomi degli arrestati

Restano quasi tutti in carcere: sono 30 gli arrestati

Dei 31 arrestati per il maxi-colpo (sventato) alla Mondialpol di Calcinato soltanto uno di loro è tornato in libertà: è il proprietario del capannone alla Pedrocca di Cazzago San Martino che di fatto era il quartier generale dell'operazione, e al cui interno sono state trovati armi e mezzi rubati, oltre a 14 componenti della banda criminale (tutti in manette) che per gli inquirenti avrebbe legami con la criminalità organizzata dal Nord al Sud Italia (comprese cosche pugliesi e batterie della 'ndrangheta calabrese). Per il giudice sarebbe veritiero che lui non fosse a conoscenza di quello che stava succedendo.

Maxi-colpo da 80 milioni

Gli altri 30 sono rimasti tutti in carcere, gli arresti sono stati convalidati. I nomi degli arrestati sono stati resi noti dal Giornale di Brescia. Ai vertici dell'organizzazione ci sarebbe Tommaso Morra, il primo insieme a Giuseppe Iaculli a raggiungere il Bresciano da Cerignola, provincia di Foggia, lo scorso autunno per organizzare i sopralluoghi e in seguito il maxi-colpo. L'obiettivo della banda, come è noto, era svaligiare il caveau dell'istituto di vigilanza Mondialpol di Calcinato, che in quel momento conteneva più di 80 milioni di euro in contanti. Sarebbe stato il colpo del secolo.

I nomi dei 30 arrestati

Morra e Iaculli sono stati arrestati dagli uomini del Nocs – il Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia di Stato – in piena flagranza di reato, nel capannone di Pedrocca, armati fino ai denti e pronti a colpire. Insieme a loro altre 12 persone: Vincenzo Carbone, Gerardo Conversano, Luigi Dalessandro, Francesco Gaeta, Giancarlo Lombardi, Cosimo Mastrangelo, i fratelli Daniele e Raffaele Russo, Antonio Renzulli, Michele Riontino, Sergio Sabino e Gaetano Saracino.

Sono finiti in manette anche i fratelli Roberto e Giuliano Franzè, considerati in qualche modo collegati ai clan della 'ndrangheta, e i due dipendenti della Mondialpol, Massimiliano Cannatella e Vito Mustica, considerati le “talpe” in azienda che avrebbero fatto da basisti. Agli arresti anche Antonio Nardacchione e il pizzaiolo di Ospitaletto Claudio Cascino: è lui, secondo gli inquirenti, che si sarebbe occupato di individuare il capannone poi diventato base logistica.

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