Sgominata importante rete di spacciatori, gestiva un giro da 1,5 milioni di euro
L'operazione, condotta dai Carabinieri di Carpenedolo e coordinata dalla procura di Brescia, ha portato all'arresto di 8 persone. Al vertice dell'organizzazione un 38enne albanese e un 47enne italiano, che sono finiti in carcere. Sequestrati 145 chili di droga
Gestivano lo spaccio di marijuana e hashish nei comuni di Acquafredda, Carpendolo e Montichiari, grazie alle abilità investigative dei Carabinieri sono finiti - tutti - in manette.
I militari della stazione di Carpenedolo, coordinati da Alfonso Gentile, hanno ricostruito l’intera rete e incastrato tutti i membri dell’organizzazione: partendo dai venditori al dettaglio passando per gli intermediari, sono arrivati al vertice della piramide.
A dirigere l’organizzazione erano un 38enne albanese, che bazzicava nella zona Montichiari, e un 47enne italiano residente nel Mantovano. Entrambi con precedenti specifici alle spalle, sono stati arrestati in flagranza di reato lo scorso mercoledì, la misura è stata convalidata e sono finiti in carcere.
I Carabinieri li pedinavano e intercettavano da tempo, ma la svolta è arrivata nei giorni scorsi, grazie al blitz nell’azienda di Castiglione delle Stiviere, gestita dal 47enne italiano. In un container erano stoccati ben 145 chili di droga, in buona parte marijuana e hashish proveniente dall’estero, ma è stata trovata anche dalla cocaina. I due erano specializzati nella distribuzione delle droghe leggere e pare che usassero la polvere bianca come ‘premio’ per gli spacciatori più efficienti.
L’indagine è partita nell’estate del 2015 dall’arresto in flagranza di reato di un 45enne italiano, beccato con 26 dosi di cocaina e 80 grammi di hashish. Le successive indagini dei militari hanno poi portato al fermo di una coppia, sempre per spaccio di stupefacenti.
Proprio quell’arresto si è rivelato la chiave di volta per risalire la piramide e arrivare prima ai due intermediari ed infine ai capi dell’organizzazione, gli unici che sono finiti dietro le sbarre. Solo un altro membro della rete è stato sottoposto alla misura di custodia cautelare, mentre gli altri cinque sono in stato di libertà.