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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Caravaggio: ritrovati cento disegni dell'età giovanile

Bernardelli Curuz, direttore artistico della Fondazione Brescia Musei: "E' una scoperta che dedichiamo a tutti gli italiani e al Presidente della Repubblica"

E' emozionato Maurizio Bernardelli Curuz quando parla della ricerca svolta con Adriana Conconi Fedrigolli per fare luce sugli anni ancora poco conosciuti dell'adolescenza di uno dei più grandi maestri dell'arte a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento: Michelangelo Merisi da Caravaggio.

"La ricerca, che ha portato alla scoperta di un centinaio di disegni inediti, nasce dalla crisi economica; è una ricerca che dedichiamo a tutti gli italiani e al Presidente della Repubblica - rivela Bernardelli Curuz, direttore artistico della Fondazione Brescia Musei -. Fondamentalmente quando sei in un periodo di forte crisi economica e non ci sono risorse bisogna aumentare lo spazio dedicato alla ricerca e con la collega Conconi Fedrigolli abbiamo deciso di fare qualcosa. Dopo anni di studi su Caravaggio, ci siamo posti l'obiettivo di risolvere il mistero sugli anni giovanili del Merisi, un mistero che durava da oltre cento anni, dalle ricerche, nel 1912-13, di Roberto Longhi".

"Una cosa che abbiamo fatto è stata quella di pensare che i lavori giovanili di Caravaggio non erano stati trovati perché c'era un errore a monte, un presupposto sbagliato nell'ambito del piano di ricerca. Per cui documentandoci al massimo siamo partiti da zero, come se fosse una indagine a metà tra la storia dell'arte e l'inchiesta giudiziaria - spiega Bernardelli -. Il problema è quello della sistematicità della ricerca, quando si parte non bisogna escludere nulla e secondo noi in passato, nel Fondo Peterzano (dove sono stati rinvenuti i disegni attribuiti a Caravaggio negli anni di apprendistato, 1584-1588) sono stati sempre cercati gli studi dell'anziano maestro, ma, come dimostriamo nelle fotografie nei due volumi pubblicati da Amazon, c'é un ductus disegnativo che è completamente diverso, e la vera scoperta è stata fatta quando ci siamo resi conto di poter ricondurre i disegni ai dipinti della maturità del Merisi".

Michelangelo lascia Milano per Roma e porta con sé "una valigia mentale o materiale nella quale c'erano tutti i suoi esercizi, le sue teste di carattere, una scoperta che comporta anche una revisione dello studio sulle tecniche, che sarà argomento del terzo volume a lui dedicato e che uscirà presto.

Finora si è parlato molto di camera ottica per i primi dipinti, quelli più piccoli, ma nel momento i cui il pittore si esprime nella dimensione 1:1 utilizza un altro escamotage che, mi permetta di dirlo, riveleremo nella prossima puntata!".

Secondo Bernardelli "lo studio del 'quadrone' di Listri (il miracolo di San Paolo e San Barnaba) è quello che ci ha dato l'emozione maggiore perché lì abbiamo sfondato la porta della data: il quadro è del 1573, Caravaggio aveva due anni, Longhi aveva già identificato forti elementi precaravaggeschi, ma noi in questa sistematica indagine da procuratori della Repubblica abbiamo deciso di affidarci anche al nostro occhio e abbiamo visto questa chiostra di ritratti che era assolutamente incollata lì sia per posizione che per messa a fuoco diversa: questi personaggi sono stati velati meno di quelli che corrono in primo piano. Allora ci siamo chiesti: ma cosa è successo in questo quadro? Abbiamo ipotizzato che Caravaggio avesse potuto completarlo successivamente, ma come dimostrarlo?".

A questo punto entra l'elemento del giallo. "Abbiamo deciso che tutti questi personaggi storici erano veri e propri ritratti. E con questa considerazione abbiamo sfondato la porta del mistero: due personaggi nel 1573 non potevano esserci assolutamente nel quadro. Il primo è Carlo Bascapé, superiore generale dei Barnabiti, è l'altro è il vescovo Alessandro Sauli, che appare raffigurato come una persona anziana mentre ai tempi di Peterzano non aveva neanche quaranta anni. Per noi il vero punto di svolta è stato questo, è stato come vedere Stanlio e Ollio nella 'Colazione dei canottieri' di Renoir!".

Gli studiosi hanno un'idea ben precisa del carattere del giovane artista: "Michelangelo è un ragazzo viziatissimo, dalla madre e dal nonno, appartenenti a una famiglia della seminobiltà, del patriziato della zona. Nasce a Milano, forse, ma subito dopo torna a Caravaggio e viene cresciuto dal nonno, che fa l'agrimensore, vicino alla famiglia di Costanza Sforza Colonna, la protettrice del giovane pittore. Quando si reca a studiare a Milano da Peterzano va con un contratto da principino, costosissimo".

Nel corso della ricerca "ci siamo divertiti ma abbiamo anche sofferto molto, ci sono stati momenti molto difficili, il lavoro é stato controllato passo per passo". Fondamentale il confronto con la collega Conconi Fedrigolli, che "é molto attenta, precisa e anche polemica: abbiamo lavorato come coautori, sempre insieme, diventando una unica voce, come Fruttero e Lucentini". Il messaggio che "vogliamo dare è che scavando in questa Italia ricchissima di cultura è possibile trovare ancora cose straordinarie!"
 

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