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Cronaca

L'Unione Universitari contro il test di Medicina

L'Udu, l'Unione degli Universitari, punta il dito contro gli errori presenti nel test d'ingresso a Brescia per Medicina; non esclude un possibile ricorso. La Statale, intanto, parla di accuse prive di fondamento

Dopo il caso "grattachecca" l'Unione degli Universitari continua a scovare irregolarità nei test d'ingresso di quest'anno. "A Brescia, nel test per professioni sanitarie - denuncia in una nota - sono state annullate nel corso della prova stessa ben 4 domande a causa di un errore di impaginazione; la conseguenza di questa decisione ha portato a un punteggio massimo di 76 e non di 80 che inficia di gran lunga il risultato di un candidato che, rispondendo correttamente a quei 4 quesiti, verosimilmente avrebbe raggiunto l'agognato punteggio minimo richiesto per passare il test".

L'Università Statale di Brescia risponde per voce del professor Giuseppe Romanelli, presidente di commissione nel test di giovedì scorso: "L'Università non ha alcuna responsabilità. L'errore è stato counicato durante la prova e quando ci si accorge dell'errore di stampa viene di conseguenza adeguato il sistema di valutazione". 

Inoltre, l'associazione studentesca sta valutando un'altra "grave" irregolarità avvenuta a Roma e nelle prossime ore deciderà sul da farsi. "Certo è che si provvederà a un ricorso collettivo, perché questo sistema di selezione preventiva si rivela ancora una volta non idoneo, non funzionale e mal gestito" afferma l'Udu che lancia un appello a tutto il mondo della formazione italiana: "Gli episodi di questi giorni dimostrano che il sistema universitario italiano ha bisogno di essere riformato ed è evidente che chi ha deciso fino a ora non ha più l'autorevolezza per decidere sul futuro di migliaia di studenti. Per questo, tutte le parti che costituiscono un fronte illuminato di università ideale, le altre associazioni e reti di categoria diverse dalla nostra che hanno lottato con gli studenti lo scorso autunno contro il Ddl Gelmini e contro una riforma che avrebbe ucciso, cosi come è stato, il diritto al sapere, dovrebbero continuare a scendere in campo con gli studenti per un'università pubblica e libera affinché una nuova società riparta da un nuovo mondo della formazione e della conoscenza".

L'Udu, insieme alla Rete degli Studenti Medi, il primo ottobre sarà in 20 delle più importanti piazze italiane per lanciare "la scuola e l'università che vogliamo", un'iniziativa che - spiega - porterà alla nascita di "una vera controriforma del mondo della formazione, creata da ogni suo componente, ideata dal basso, per un nuovo patto della 'comunita' accademicà che non viene imposto dai rettori e dai baroni ma da coloro che l'università la vivono ogni giorno e che per la formazione vogliono un futuro meno legato alle logiche inique del mercato e più incentrato sugli studenti".
 

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