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Cronaca Corso Giuseppe Zanardelli

Chiude la storica tabaccheria del Corso: al suo posto una catena d'abbigliamento

Le serrande della storica Tabaccheria di Corso Zanardelli, nel cuore di Brescia, si abbasseranno per sempre nel 2020. Gli attuali gestori non sono riusciti a vendere la licenza.

Una vetrina impressa nella mente di generazioni di bresciani. Alzi la mano chi non è mai entrato nella Tabaccheria del Corso, appunto in corso Zanardelli, per acquistare un biglietto dell'autobus. Un'abitudine che purtroppo andrà persa.

Il viavai dalla storica attività terminerà nel 2020: a metà gennaio la serranda si abbasserà, e per sempre. La famiglia Gnutti-Furgeri, dopo 10 anni di gestione, ha messo in vendita la licenza della storica tabaccheria - la terza sorta in città - ma nessuno ha raccolto l'eredità e l'autorizzazione torna quindi nelle mani dell´Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

"Dopo tante incertezze e ripensamenti abbiamo deciso che fosse il momento giusto per chiudere la nostra tabaccheria. Trovandomi a fare un bilancio, non posso far altro che chiedere scusa e ringraziarvi", si legge su un foglio appeso alla vetrina. A scriverlo è Paola Furgeri che negli ultimi 10 anni insieme alla mamma Carla Gnutti ha portato avanti l'attività della sempre affollata tabaccheria.

Le ragioni della chiusura? Personali - per la signora Carla, che ha spento 74 candeline è arrivato il tempo della meritata pensione - e anche economiche. I clienti non mancano di certo. Scontrini alla mano, dal negozio passano migliaia di persone al giorno, anche se: "Da quando i bus non possono più percorrere corso Zanardelli il flusso di gente si è dimezzato" puntualizza Paola. Ma i margini di guadagno sulle vendite non sono certo quelli di una volta e diventano sempre più risicati, a causa del costante aumento delle imposte. Insomma la prospettiva per le tabaccherie, come per le edicole, non è affatto rosea, come ci fa capire uno dei nipoti di Carla Gnutti.

Davvero un pezzo di storia della città che se ne va. Restano i ricordi della migliaia di bresciani che, almeno una volta, si sono imbattuti nei visi sorridenti di Paola e Carla e in quelli dei loro dipendenti. Una decisione, quella di chiudere la tabaccheria, meditata e sofferta. Leggere per credere:

"Chiedo scusa a tutti i clienti, anche a quelli che non si sono sentiti a casa, a quelli che, senza volerlo, ho trattato con sufficienza. Scusate se eravamo lenti, e le code, a volte, vi hanno fatto perdere l'autobus, scusate per la confusione e l'odore di arrosto all'ora di pranzo, ma vi assicuro che ci siamo impegnati tanto" ; si legge nella lunga lettera-testamento affissa sulla vetrina.

Se potesse Paola li ringrazierebbe uno ad uno i suoi clienti, quelli di passaggio e quelli affezionati, come i commessi dei vicini negozi a cui ha sempre cambiato le banconote. Scene di vita cittadina e commerciale che sono forse destinate all'estinzione. 

Le serrande del negozio che si affaccia sul corso dello struscio e dello shopping cittadino non resteranno abbassate a lungo. I locali, di proprietà come l'intero palazzo della famiglia Gnutti, non ospiteranno più tabacchi, caramelle e Gratta e Vinci, ma non resteranno vuoti: sono già stati affittati a una catena emergente che opera nel settore dell'abbigliamento. Il nome, al momento, è top secret. 

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