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Cronaca Via Privata de Vitalis, 5

La vittoria di due mamme e sei bimbi sul ciglio di una strada

In Via Privata De Vitalis il 'blitz' delle associazioni di difesa del diritto alla casa: la proprietà rinuncia allo sgombero, tutto rinviato al prossimo autunno. A luglio già previsti altri quattro picchetti antisfratto

Dal Sudamerica all’Europa c’è di mezzo un oceano. Non è facile ricominciare una vita, lontano da casa e dai posti che conosci, non è facile crescere dei figli quando ad ogni lavoro che trovi si aggiunge la parola ‘precario’. Poi c’è anche il diritto alla casa, un tetto sotto cui stare: quando manca pure quello allora comincia a mancarti tutto. Un lungo respiro, che durerà almeno tre mesi, è stato concesso a due giovani donne sudamericane con sei bambini a carico, sotto sfratto esecutivo in Via Privata De Vitalis a Brescia e ora temporaneamente ‘salve’, almeno fino al prossimo autunno.

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rischiano di restare senza casa

Dieci giorni fa la proprietà dell’appartamento al secondo piano del civico 5 decide di muoversi, viene allertata la Prefettura, la casa deve essere sgomberata. Da qui la mobilitazione targata Diritti per Tutti e Comitato Provinciale contro gli Sfratti, una nuova Termopili è stata definita, ieri l’annuncio del probabile rinvio, questa mattina la conferma dell’ufficiale giudiziario: “Ancora tre mesi”. Non finisce qui, ovviamente: “Una grande vittoria a seguito di una grande mobilitazione – ci racconta Paola Zara – Non c’è stata vera adesione al progetto di contenimento sfratti ma il proprietario è stato comunque convinto a fare marcia indietro, le istituzioni sono state costrette ad ascoltarci”.

Emergenza sfratti in Via Privata De Vitalis - © BresciaToday.it


Sarà comunque un luglio caldissimo, il calendario degli sfratti ne prevede almeno altri quattro, in tutto l’anno saranno almeno 700, nel 2012 in tutta Brescia e Provincia sono stati più di 2300. “Noi ci saremo, sappiamo che il Comune può e deve trovare le risorse. L’emergenza abitativa è sempre attuale, tra sfratti e pignoramenti. Ora è tempo di trovare soluzioni nuove, il rinvio è una boccata d’aria ma tra tre mesi saremo di nuovo nella stessa situazione. Serve una politica diversa, da mettere subito in atto. Magari investendo in case popolare, e non più nelle speculazioni, magari con nuove convenzioni, o meno vincoli per le richieste Aler. E non escludiamo l’ipotesi della ristrutturazione e del recupero dello sfitto, su tutti la torre Tintoretto”.

Sul posto, in mattinata, anche don Fabio Corazzina, il prete ‘di sinistra’ la cui parrocchia sta a poche decine di metri più in là. “I problemi del quartiere sono anche i nostri problemi – spiega – Queste famiglie le conosciamo tutte. Ma le difficoltà sono strutturali a questa società, o ne usciamo tutti insieme o non ne uscirà nessuno. La città non ha bisogno di altre tensioni, abbiamo bisogno di una vera solidarietà”. Niente bottiglie stappate intanto, al civico 5, se mai alcune brioches da condividere. Le due mamme non si fanno vedere: qualcuno racconta dei loro sorrisi, e pure di qualche lacrima dolce. Sono lacrime di gioia.

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