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Cronaca Via Buffalora

Scorie radioattive anche alla Ve-part? L'Arpa: «Non lo escludiamo»

Potrebbe esserci un'altra cava con scorie radioattive a Brescia. A dirlo è l'Agenzia Regionale per l'Ambiente, che ha trovato Cesio 137 a basse concentazioni nella cava di fronte all'ormai famosa cava Piccinelli. Anche stavolta il sito è oggetto di varie diffide da parte delle autorità sanitarie e ambientali

Le discariche con materiale radioattivo a Brescia potrebbero essere due: oltre all’ex cava Piccinelli c’è il sospetto che anche la discarica Ve-part di Buffalora, dall’altro lato della strada, contenga scorie radioattive abusivamente stoccate. Tracce di Cesio 137 nel percolato, anche se in dosi molto basse (0,5 Bq/kg), sono state rinvenute dall’Arpa nel 2009, nel corso di un controllo sulla discarica in fase di post-gestione. L’intensità della contaminazione è modesta, ma la dose registrata è simile a quella rilasciata in falda dall’ex cava Piccinelli.

Sul piazzale che oggi copre le due vasche della discarica (di 130mila metri cubi complessivi) non vi sarebbe una radioattività superiore a quella naturale. Ma nella sua relazione l’Arpa precisa: “Non si può escludere la presenza di materiale contaminato all’interno della ex discarica”. L’indagine infatti sarebbe falsata dalla presenza del piazzale in cemento, in grado di schermare eventuali radiazioni. 
I gestori della discarica (la Ve-part Srl del gruppo Colucci "Waste Italia", mentre proprietaria dell'area è la Intergreen Spa, società collegata alla Compagnia delle Opere) sono da tempo oggetto di diffide da parte della Provincia per la mancata manutenzione del sito. Ora sembra che la ditta abbia avviato la messa in sicurezza, ma nel 2010 il percolato arrivava al livello del piazzale, minacciando di invadere il quartiere.

Loredana Massi, funzionaria dell’Ufficio Rifiuti della Provincia di Brescia, così ha spiegato alla Commissione Ambiente del Comune di Brescia il tipo di rifiuti e lo stato in cui versa la discarica: “La discarica (ex cava Noventa) è stata utilizzata dal 1980 per il conferimento di rifiuti speciali tossico-nocivi di varie tipologie: da fango galvanico a fango di acidi, morchie oleose, morchie di verniciatura, successivamente integrati da acidi da bagno di ossidazione anodica, abbattimento fumi, impianti di trattamento chimico-fisico (bonifiche, ndr), tintoria. Comunque tutti riconducibili ai tossico-nocivi”.

“La discarica venne autorizzata - prosegue Loredana Massi - dalla Regione Lombardia nel 1982 (primo lotto, 90 mila mc) e nel 1987 (secondo lotto, 40mila mc). Nel 2000 la Regione affidò alla Ve-part Srl i lavori di post-gestione dell’impianto. La Ve-part ha così assunto tutti gli obblighi previsti dalla normativa”.
“Dal 2007 ad oggi sono stati effettuati parecchi sopralluoghi di vari enti, che hanno evidenziato diverse criticità: cedimenti, depressioni e fessure nella soletta in calcestruzzo posta a copertura della discarica e livelli elevati di percolato nel corpo rifiuti prossimi al piano di calpestìo: questo dovuto al fatto che il percolamento delle acque meteoriche infiltra direttamente il corpo rifiuti”.

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“La Provincia ha inviato numerose diffide alla società e provato a contattare l’amministratore della Ve-part, perché la fidejussione versata all’epoca non avrbebe coperto l’importo necessario per le opere”.
“Da maggio 2012 la ditta ha cominiciato ad eseguire delle opere sul piazzale. In questi giorni la Ve-part sta cominciando a smaltire il percolato, ma ci sono delle necessità di effettuare analisi per capire in che impianti dovrà essere smaltito (per presenza di inquinanti chimici e Cesio 137, ndr1). Tutti i lavori dovrebbero concludersi entro la fine di luglio 2012”.

Si ringrazie Radio Popolare e Andrea Tornago per il prezioso contributo
 

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