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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via Zara

La farmacista sventa il colpo: sprangata in testa al rapinatore

Per sventare quello che è sarebbe stato il terzo colpo in quattro anni, i titolari della farmacia Don Bosco di via Zara a Brescia hanno usato le maniere forti: rapinatore costretto alla fuga.

Ha atteso all'esterno della farmacia per quindici lunghissimi minuti, poi una volta che nel negozio non c'erano più clienti è entrato, ma non gli è andata per nulla bene. Il rapinatore entrato in azione nella serata di venerdì nella farmacia Don Bosco di via Zara a Brescia ha dovuto arrendersi e fuggire a mani vuote, il tutto grazie alla reazione dei titolari. Tutta la dinamica del colpo è stata registrata dalle videocamere di sorveglianza. 

Quello che sarebbe stato il terzo colpo negli ultimi quattro anni è stato sventato con coraggio ed istintiva "incoscienza" da parte dei fratelli Silvia e Federico Bosio, i titolari. Al momento dell'irruzione da parte del rapinatore, dietro il bancone c'era la donna; una volta capite le intenzioni del malvivente, che indossava vestiti scuri, con giacca con cappuccio alzato sulla testa e sciarpa a coprire la bocca, la dottoressa non ha esitato la lanciargli contro una spranga metallica, colpendolo al capo. Questo non è bastato però a fermarlo: l'uomo - che non ha mai profferito parola - si è avvicinato alla cassa ed ha strappato il cassetto con i soldi. A quel punto la farmacista ha cercato di bloccarlo ma è stata scaraventata a terra. 

In suo soccorso è arrivato il fratello che si trovava nel magazzino: dopo aver lanciato contro il malvivente un carrello, il titolare ha spruzzato contro il rapinatore dello spray al peperoncino, impedendogli di riprendere il denaro caduto in terra. A quel punto l'uomo è stato costretto a fuggire. Il tentato colpo è durato in tutto 1 minuto e 20 secondi.  

Le parole dei fratelli, intenzionati a non darla vinta ai rapinatori, sono riportate dal quotidiano Bresciaoggi: «Sarebbe più sicuro non reagire e dargli il denaro, in fondo vogliono solo quello. Ma così diventerebbe un pizzo. Non vogliamo fare i super eroi, ma sottostare significa dargliela vinta. Con il rischio che poi giri la voce che da noi basta entrare e chiedere soldi per averli e non sarebbe più finita». 

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