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Cronaca

Tersilia Tanghetti: passo indietro nel processo, gli atti tornano al Pm

"Gli imputati - ha dichiarato l'avvocato difensore della Tanghetti - non erano stati messi in condizione di difendersi dall'accusa più grave: non si tratta di personalismi, ma del rispetto dei diritti civili dei cittadini"

Passo indietro nel procedimento a carico di Tersilia Fiorella Tanghetti, guida della comunità 'Sergio Minelli' e accusata insieme ad altre quindici persone di maltrattamenti sugli ospiti della comunità.

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I giudici della Corte d'Assise di Brescia hanno ordinato che gli atti del processo riguardanti l'accusa di riduzione in schiavitù tornino al pm titolare dell'inchiesta per un nuovo rinvio a giudizio; il procedimento per i reati meno gravi dovrà tornare, invece, alla fase dell'udienza preliminare.

La Corte ha, quindi, accolto l'eccezione preliminare presentata dalla difesa perché - come spiegato dal legale difensore Guglielmo Gulotta - il reato di riduzione in schiavitù era stato contestato quando gli imputati erano già davanti al gup. "Si torna indietro con il processo, ma si va avanti con la giustizia" ha dichiarato l'avvocato Gulotta.

"Già nei prossimi giorni - scrivono i legali della parte civile - il Collegio difensivo delle parti offese collaborerà con la Procura, secondo i canali indicati dalla legge, affinché tutti i responsabili, nessuno escluso, vengano individuati e processati". Le parti offese riporteranno, tra gli altri, il caso della donna che per anni avrebbe tenuto con sé un bambino sottratto ai genitori; soltanto all'età di 11 anni al bambino sarebbe stata svelata l'identità dei propri familiari.

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