Pacco bomba all'agenzia di investigazioni Europol
Per il titolare dev'essersi trattato di un errore: "Non capisco perché sia arrivato a noi"
Fosco Pesaresi, titolare dell'Europol, l'agenzia di investigazioni a cui è stato recapitato ieri (ma lo si è saputo solo oggi) un pacco con della polvere pirica ritiene di essere stato vittima di "un errore" e che il destinatario sia qualche altra società dello stesso nome, oppure l'organismo Europeo di polizia. "Non capisco perché sia arrivato a noi", racconta Pesaresi, secondo il quale, stando alle fotografie pubblicate sui giornali, il pacco era "molto simile" a quello arrivato ieri al quotidiano La Stampa (vedi foto).
Pesaresi racconta che il pacco è stato trovato ieri mattina nella buca delle lettere dell'Europol, a poca distanza dal centro di Brescia. "Aveva come mittente una ditta di Livorno - spiega - che produce materiale destinato alle investigazioni private: dentro c'era un porta cd con dei fili elettrici".
Per prima cosa ha consultato il personale per sapere se effettivamente l'agenzia della figlia (l'uomo ne ha una sua allo stesso indirizzo) avesse effettivamente ordinato qualcosa. Gli è stato risposto di no ed ha contattato l'azienda livornese che ha cominciato gli accertamenti. Il pacco è rimasto sul balcone dell'agenzia fino a quando, da Livorno, è stato risposto che non era stato inviato nulla a Brescia. Sono quindi stati fatti intervenire i carabinieri che hanno trovato nel pacco della polvere da sparo, simile a quella di petardi svuotati.
"Mi hanno chiesto se qualcuno ce l'aveva con noi per le nostre indagini, spesso di carattere familiare - racconta Pesaresi - ma sono anni che facciamo questo lavoro e nessuno se l'é mai presa in questo modo". Da qui l'ipotesi dell'errore: "Forse era destinata a qualche azienda che si chiama Europol, oppure all'organismo di polizia europea", conclude.