«Suora pedofila», bimbo di 7 anni denuncia abusi: lo rinchiudono in «manicomio»
Dopo il racconto shock, alla madre è stato tolto il figlio per portarlo in una struttura psichiatrica ad alto contenimento per minori. "Disorganizzazione del pensiero", considerazioni "di tipo persecutorio", scrivono i medici
Rinchiuso a soli sette anni nel reparto psichiatrico dell’ospedale Civile di Brescia, dopo aver raccontato episodi di abuso sessuale commessi da una suora nell’asilo che frequentava. A denunciare l'accaduto, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, sebbene la madre - dopo che la notizia è stata resa pubblica - ha deciso di disocciarsi tramite il suo avvocato, Laura Simeone.
In un primo momento la donna si era rivolta alle istituzioni, ma nessuno le ha voluto credere. Anzi, contro di lei si è scatenato un accanimento difficilmente spiegabile, proprio da parte di quelle stesse istituzioni in cui aveva cercato una mano amica. Incolpata dei 'problemi' del figlio, "su cui non è stato rilevato alcun segno di abuso", le è stato di fatto strappato dalle mani e affidato ai servizi sociali.
Nessun segno di violenza in famiglia, nessuna procedura avviata, come di norma in questi casi, per ulteriori indagini e la protezione del minore, che ora è ricoverato in una casa famiglia perché, si legge nel provvedimento, "si volevano comprendere i problemi del bambino". E per così poco, a soli sette anni, lo si strappa dalla famiglia?
Dopo l'allontanamento, racconta ancora il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, la situazione è via via peggiorata. Il bambino ha dato in escandescenze, supplicando di poter tornare dalla madre. A quel punto, si è deciso di ricoverarlo nel reparto di psichiatria. Qui è stato sedato con il Risperdal, un potente antipsicotico "non raccomandato - si legge nel foglio informativo - per l’uso nei bambini al di sotto di 18 anni con schizofrenia, per la mancanza di dati sull’efficacia".
Non solo, i medici hanno deciso di somministrargli anche una dose di 1 milligrammo di Depakin (un antiepilettico), sebbene non soffra di epilessia. Lo scopo, a questo punto, sembra solamente quello di volerlo sedare ulteriormente.
La dottoressa Battaglia Silvia, che ha firmato la lettera per il trasferimento alla struttura psichiatrica, definisce "pensieri privi di nessi logici con vissuti traumatici non sequenziali" il suo racconto di un "abuso subito da parte di una suora". Non solo, le sue affermazioni "mi avete traumatizzato" e "mi volete fare del male", per la dottoressa sono considerazioni "di tipo persecutorio".
Dunque, secondo i medici del Civile, il bambino dev'essere trasferito in una struttura psichiatrica ad alto contenimento per minori. In pratica, un piccolo manicomio in cui dovrà essere curata la sua "disorganizzazione del pensiero", si legge ancora nella lettera. Di solito, però, queste comunità accolgono adolescenti tra i 12 e i 18 anni, con eccezioni fino a 8 anni solo per casi clinici e sociali particolari.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha organizzato una manifestazione di protesta sabato 25 maggio, ore 15.30, davanti al Civile: "E' necessario che venga fatta luce velocemente sugli aspetti relativi alle accuse di pedofilia nell’asilo frequentato dal minore, sulle misure 'coercitive' intraprese nei confronti del minore e sull’utilizzo indiscriminato di farmaci per sedare un bambino in così tenera età. Se sono stati fatti degli errori devono essere corretti velocemente per il bene del bambino. Ci rivolgeremo alle autorità preposte affinché venga fatta chiarezza".