Il menu è completo: arriva anche il radicchio alla diossina
Dopo i casi delle contaminazioni di latte e uova, dai un'indagine Asl è emersa la contaminazione da diossina e pcb di dieci orti privati. La zona, inutile specificarlo, è quella di San Bartolomeo e San Polo
Brescia aggiunge un'altra speciale pietanza al suo non invidiabile menu dei cibi contaminati: la verdura alla diossina. Così, dopo il latte al pcb del 2007 e le uova alla diossina del 2010, ora l'inquinamento della nostra città può portare in tavola quasi un pasto completo.
Dalle indagini svolte dall'Asl su dieci orti privati, sei a San Polo e quattro a San Bartolomeo, sono stati infatti rilevati concentrazioni di diossine e pcb superiori ai nuovi limiti, voluti dalla Ue, in vigore dal 1 gennaio 2012.
Il caso più ecclatante è l'orto al civico 5 di via Salvadego, dove ogni grammo di radicchio contiene 0,183 picogrammi di inquinanti, quando il limite di legge è di 0,1.
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"Da molti anni - scrive nella sua relazione il responsabile dell'Igiene Pubblica dell'Asl di Brescia, il dottor Sergio Carasi, - le due acciaierie indicate in oggetto sono controllate dagli organismi preposti alla salubrità umana ed ambientale attraverso i controlli stabiliti dalla norma su addetti ed emissioni. Accanto a queste misurazioni dirette, si è rilevata la necessità di controllare anche una possibile esposizione indiretta della popolazione circostante gli stabilimenti tramite consumo di vegetali prodotti nelle zone di possibile ricaduta delle emissioni".