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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il menu è completo: arriva anche il radicchio alla diossina

Dopo i casi delle contaminazioni di latte e uova, dai un'indagine Asl è emersa la contaminazione da diossina e pcb di dieci orti privati. La zona, inutile specificarlo, è quella di San Bartolomeo e San Polo

Brescia aggiunge un'altra speciale pietanza al suo non invidiabile menu dei cibi contaminati: la verdura alla diossina. Così, dopo il latte al pcb del 2007 e le uova alla diossina del 2010, ora l'inquinamento della nostra città può portare in tavola quasi un pasto completo.

Dalle indagini svolte dall'Asl su dieci orti privati, sei a San Polo e quattro a San Bartolomeo, sono stati infatti rilevati concentrazioni di diossine e pcb superiori ai nuovi limiti, voluti dalla Ue, in vigore dal 1 gennaio 2012.
Il caso più ecclatante è l'orto al civico 5 di via Salvadego, dove ogni grammo di radicchio contiene 0,183 picogrammi di inquinanti, quando il limite di legge è di 0,1.

- Sud Est Brescia: la mappa delle nocività. Cave, fumi e Cesio 137

"Da molti anni - scrive nella sua relazione il responsabile dell'Igiene Pubblica dell'Asl di Brescia, il dottor Sergio Carasi,  - le due acciaierie indicate in oggetto sono controllate dagli organismi preposti alla salubrità umana ed ambientale attraverso i controlli stabiliti dalla norma su addetti ed emissioni. Accanto a queste misurazioni dirette, si è rilevata la necessità di controllare anche una possibile esposizione indiretta della popolazione circostante gli stabilimenti tramite consumo di vegetali prodotti nelle zone di possibile ricaduta delle emissioni".

"Il dato dei congeneri dioxin like - continua Carasi - indica in vigenza della Raccomandazione UE/516/11 due superi, di misura, nella zona di San Bartolomeo del valore limite di 0.1 pg/g, nei campioni di via Salvadego ed in via Gazzoletti, e due altrettanti superi di misura dello stesso limite in zona San Polo, nei campioni di via Cadizzoni e di via Arici».
 

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