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Cronaca

Rapine, pestaggi, incendi, tentati omicidi: sgominata gang indopakistana

Le indagini della Squadra Mobile di Brescia hanno portato all'arresto di 9 uomini per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, detenzione e porto illegale di armi da sparo

Un'organizzazione criminale potente e violenta che voleva controllare il mercato delle false patenti, quello dei trasporti e, soprattutto, quello dell'immigrazione clandestina.  La gang è stata sgominata dalla Squadra Mobile di Brescia, le cui indagini hanno portato all'arresto di 9 persone di origine indiana e pakistana  e al deferimento in stato di libertà di altre 10 persone. 

Gang dedita al traffico di clandestini: le foto degli arrestati

Tra gli arrestati anche uno degli uomini coinvolti nell’omicidio dei coniugi Seramondi. Si tratta di Gurgjit Singh, 29enne di Robecco d’Oglio, già indagato per aver fornito l'arma usata dal pakistano Muhammad Adnan e dall’indiano Sarbjit Singh per freddare Francesco - detto Frank - Seramondi e la moglie Giovanna Ferrari, lo scorso 11 agosto.  

La banda voleva avere l'egemonia sul mercato cittadino delle false patenti e su quello dei trasporti e dell'immigrazione clandestina. A tale scopo non esitava a compiere violenti pestaggi, rapine, estorsioni e diverse intimidazioni.

Le indagini degli inquirenti hanno preso il via da una rapina ai danni di un cittadino indiano di 30 anni, avvenuta fuori dalla sede d'esame per il rilascio della patente di guida, nel novembre del 2014. La vittima si era rifiutata di pagare all'organizzazione criminale la somma dovuta per avere le esatte risposte al quiz teorico, che l'organizzazione forniva ai connazionali esaminandi tramite un sistema di radiotrasmittenti.

Anche la sparatoria avvenuta pochi giorni dopo in tangenziale Sud è da collegarsi alla pericolosa banda: un agguato per ribadire l'egemonia del gruppo criminale sul traffico dei clandestini (l'uomo che ha premuto il grilletto, arrestato dalla polizia, è un risultato essere un membro dell'organizzazione).

L'attività principale (e più remunerativa) era infatti il controllo dell'immigrazione clandestina tra Francia e Italia. Con tre auto di grosse dimensioni, venivano trasportati a Parigi gli stranieri irregolari sul territorio nazionale e, una volta Oltralpe, ne caricavano di nuovi da portare in Italia. Le tariffe dei viaggi, che avvenivano almeno da almeno due anni con cadenza settimanale, partivano da 250 euro.

Nemmeno i membri della banda erano immuni alle aggressioni. Chi voleva uscire dal sodalizio criminale o veniva ritenuto pericoloso era infatti punito con ferocia. Pestaggi violenti, come quello subìto da un pakistano, ripreso con un cellulare e pubblicato su Facebook.  L'associazione ricorreva anche a “soffiate” alla Polizia per eliminare i membri scomodi, facendoli arrestare. 

Da attribuire all'organizzazione anche gli incendi dolosi dei furgoni commerciali avvenuti a Brescia e a Mairano tra il settembre 2014 e il gennaio 2015. Veri e propri atti intimidatori di stampo mafioso, volti a spaventare i proprietari delle ditte per costringerli a pagare il pizzo in cambio di protezione.

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