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Cronaca

Denaro della ’Ndrangheta riciclato con le vincite del lotto: nei guai anche tabaccai e forze dell’ordine

Numerose attività sequestrate in Franciacorta in seguito alla maxi-operazione Scarface: tutti i nomi dei coivolti

Avevano stretto un patto con il diavolo: attraverso le vincite realizzate nelle loro attività permettevano infatti di ripulire il denaro della cosca della 'Ndrangheta Barbaro-Papalia. Sono diversi i commercianti finiti nei guai al termine della maxi-inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Brescia che ha appunto permesso di sgominare un’organizzazione dedita, tra le altre cose, al riciclaggio di denaro sporco.

14 arresti

Al vertice del gruppo criminale l’imprenditore televisivo Francesco Mura: secondo gli inquirenti sarebbe lui il regista delle operazioni di riciclaggio per conto della cosca mafiosa. Nullatenente per il fisco dal 1997 fino al 2018, viveva in una villa con piscina, sauna, palestra e jacuzzi ad Erbusco. Per lui, per il padre Mario, Maria Alda Dizioli, Elisa Salerno e Gabriella Corsini - quest’ultima titolare della tabaccheria Sfinge di Roncadelle - si sono aperte le porte del carcere. A loro viene infatti anche contestata l’aggravante di agevolare l’attività delle associazioni mafiose. Stessa misura cautelare anche per Cristiano Barbi, Giuseppe Fiandaca e Maximiliano Cinieri. I primi due, all’epoca dei fatti, gestivano la sala slot Leon Gaming di Rovato.  

I tabaccai nei guai 

Oltre a Gabriella Corsini, la cui attività è ora sotto sequestro, sono finiti nei guai: Andrea Ottaviani, titolare della Tabacchi in Tacchi di Chiari, Luigi Vezzoli proprietario del MiVida di Erbusco e Junjie Xu, gestore del Cigno Nero di Rovato, ora sotto sequestro. Ottaviani è ai domiciliari, stessa misura per Andrea Bigi, Simona e Valentina Marino, Gaetano Schillaci e Sabrina Ferchichi (attuale moglie di Mura). Per Vezzoli e Junjie è stato disposto l’obbligo di dimora come per Alessandro Cissello, Elena Coren e Francesco Cantale.

Il ruolo degli esercenti

Nelle tabaccherie e sale slot sopra citate avveniva il riciclaggio dei soldi attraverso un metodo molto semplice: gli esercenti segnalavano prontamente le vincite realizzate dai loro clienti a Mura, il quale forniva i contanti per liquidare i reali vincitori. I tagliandi venivano poi intestati all’imprenditore 41enne, che in questo modo incassava soldi puliti provenienti direttamente dai Monopolio di Stato.

Un sistema che ha fruttato una valanga di denaro a Mura e ai sodali, tanto che a tutti i coinvolti sono state sequestrati beni per ben 25milioni di euro: lussuosissime ville, auto, moto, ma anche appunto diverse tabaccherie. 

Coinvolti un carabiniere e un poliziotto

Coinvolti nell’inchiesta anche due insospettabili esponenti delle forze dell’ordine: il carabiniere Nicola Firrarello, in servizio a Chiari, e l’ex comandante della Polizia Stradale di Chiari Sergio Motterlini. Entrambi sono accusati di corruzione e sospesi dal pubblico ufficio: avrebbero favorito Mura in cambio di biglietti per le partite della Juventus.

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