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Cronaca

"Ciao Luciano": un pezzo di storia bresciana che se ne va

Luciano Smussi è morto lunedì mattina a 72 anni, ucciso da un’ischemia cerebrale. Volto noto della radio (prima) e della televisione (poi), negli anni si era conquistato un posto speciale nel cuore dei bresciani

Formidabili quei baffoni. E poi gli occhiali, anche scuri, che spesso si metteva in diretta. Il suo fare da bresciano vero, le telefonate in dialetto, i commenti tutt’altro che politically correct insieme ai suoi fedeli ascoltatori prima, e telespettatori poi. Lunedì mattina è morto Luciano Smussi: aveva 72 anni.

Ucciso da un’improvvisa ischemia cerebrale, che non gli ha lasciato scampo. A Brescia lo conoscevano tutti, ma proprio tutti: in tanti se lo contendevano per qualche festa o qualche serata, indimenticabile anche la sua partecipazione – come giurato – al Festival dei Sosia di Manerba del Garda, organizzato dagli Amici di San Bernardo.

Una vita dedicata all’intrattenimento, radiofonico e televisivo. In radio ci ha passato anni, anzi decenni: prima su Radio Monte Maddalena, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Poi Radio Luna, di cui tra l’altro diviene il proprietario e ci rimane per una quindicina d’anni, fino al 1999. Ancora radio fino al 2006, con Radio Super.

L’anno dopo, la svolta televisiva: Luciano Smussi e il suo discorrere finiscono in diretta sulle tv locali. Fino al 2012 su ReteBrescia, gli anni a seguire su Brescia.Tv, tra l’altro ceduta dal gruppo Athesis solo poche settimane fa. Il suo programma? Si chiamava ‘Radio Libera’. Forse in memoria di quegli anni ruggenti, quando fare la radio era davvero un sintomo di libertà.

Lo piangono gli amici e i colleghi, i suoi numerosissimi fan. Ma soprattutto lo piange la moglie Laura, con cui aveva aperto nel 2013 il negozio ‘L’Angolo della Natura’. Eh sì, proprio quello. Quello che si vedeva anche in televisione. La salma giace nelle camere mortuarie del Civile di Brescia: l’orario di visite (continuato) è dalle 8 alle 18.

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