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Cronaca

Brescia: morto il generale Delfino, una carriera di luci e ombre

E' morto a 77 anni il generale dei Carabinieri Francesco Delfino, che ha lasciato un'impronta indelebile su tante vicende di Brescia. Dalla strage di piazza Loggia al rapimento di Soffiantini: una carriera di luci e ombre

Calabrese di nascita, ma bresciano d’adozione. In provincia già nei primi anni ’60, prima di trasferirsi in Sardegna e poi tornare a Brescia negli anni caldi, quelli della bomba in Piazza Loggia. Di cui lui fu prima incallito investigatore, e poi invece addirittura tra i grandi accusati, poi assolto.

E’ morto a 77 anni l’ex generale dei Carabinieri Francesco Delfino, che proprio negli anni di quell’indimenticato 28 Maggio era a capo del Nucleo Investigativo dell’Arma. Venne accusato di concorso, per quella strage. Ma prima di allora fu decisivo il suo intervento, in quelle indagini e in quell’inchiesta.

Il suo nome tornò a riempire le pagine dei giornali, una ventina d’anni dopo. In occasione del rapimento di Giuseppe Soffiantini, imprenditore di Manerbio rapito nel 1997 e liberato dopo un sequestro lungo poco più di sei mesi.

Il generale Delfino venne accusato per truffa aggravata, e poi condannato pure in Cassazione. L’ex militare riuscì a farsi consegnare del denaro, circa 800 milioni di lire dalla famiglia Soffiantini, con cui ottenere informazioni sulle condizioni dell’imprenditore rapito.

Soldi che invece tenne per sé. Una ‘macchia’ indelebile per la sua carriera, l’inizio di un declino inarrestabile. Culminato nel 2008 con un nuovo rinvio a giudizio, ancora per la strage di Piazza Loggia. Di cui pare si sia portato nella tomba molto più di un segreto.

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