Medicinali rubati e rivenduti, smantellati due 'clan': arrestato anche un bresciano
L'uomo, un 62enne imprenditore di Polaveno, era l'anello di congiunzione tra le due organizzazioni ed è finito in carcere. Nei guai anche una 47enne- dirigente di un'azienda farmaceutica- e un 51enne: entrambi abitano nella nostra città.
Dopo aver 'agganciato' la persona giusta, un imprenditore già indagato durante l'inchiesta che ha portato al sequestro della farmacia Caiazzo di Milano, i Nas di Milano hanno scoperto un mondo sommerso d'illegalità con giri d'affari milionari e in mano a imprenditori e farmacisti apparentemente insospettabili.
Il percorso investigativo, coordinato dalla procura di Milano, ha permesso di smantellare due organizzazioni che macinavano soldi rubando e rivendendo i medicinali. Complessivamente, giovedì mattina, sono state arrestate 11 persone. Di queste 5 sono finite in carcere e 6 ai domiciliari con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto di farmaci, alla truffa ai danni di privati e Enti pubblici, ricettazione, falsificazione, riciclaggio di specialità medicinali e autoriciclaggio.
Tre bresciani coinvolti
Tra le persone finite in manette ci sono anche tre bresciani. Si tratta di un 62enne imprenditore di Polaveno, considerato l'anello do congiunzione tra le due organizzazioni, che è finito in carcere. Ai domiciliari, invece, una donna di 47enne residente in città: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la donna, dirigente di un'azienda farmaceutica, faceva sparire grandi quantitativi di farmaci per poi consegnarli all'imprenditore che li 'riciclava'. Stessa sorte per 51enne d'origine romana, ma da tempo di casa in città, dipendente di una ditta he si occupava del trasporto dei medicinali
Farmaci rubati a Milano e rivenduti nel Bresciano
Le due organizzazioni, non collegate tra loro, agivano in due territori diversi ma con lo stesso fine. La prima - per così dire - agiva nel Milanese. A tenere le redini del sistema, stando a quanto ricostruito dal comandante dei Nas di Milano Salvatore Pignatelli, era proprio la 47enne, dirigente di un centro incaricato della distribuzione dei farmaci. Lei, con la complicità di un magazziniera, sottraeva plichi di medicinali dal deposito. Poi ci pensava l' altro complice, l'imprenditore 62enne a trasportarli verso il Bresciano.
Tutte le fasi del viaggio delle scatole di medicinali erano certificate con documenti di accompagnamento falsificati. Poi i farmaci veniva ricettati e rivenduti a farmacisti ignari della provenienza furtiva. Un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro all'anno.
Padre e figlio - con 4 farmacie tra Napoli e Firenze - a capo della banda
La "seconda" organizzazione emersa nel corso delle indagini aveva come base Napoli, per questo l'operazione dei Nas è stata ribattezzata 'Partenope'. I due personaggi principali - sempre secondo quanto rivelato dai militari del Nas - sono padre e figlio: entrambi farmacisti, di 57 e 31 anni.
I due - che avrebbero una farmacia a Napoli, una a Ercolano (Na), due a Firenze e un deposito nel Napoletano - con la complicità di altri imprenditori nel settore della distribuzione dei medicinali, grazie al deposito, acquistavano da privati farmaci destinati ai circuiti ospedalieri - che l'Aifa concede con uno sconto dell'ottanta percento rispetto al mercato privato, quindi con un notevole margine - e poi grazie ad una 'zecca' clandestina falsificavano le fustelle dei farmaci, cioè quei talloncini applicati alla scatola del medicinale, per il rimborso del prezzo.
Le copie erano praticamente perfette tanto che anche durante le perquisizioni dei militari - ne hanno fatto trenta - i farmacisti vittime della truffa faticavano a distinguerli dagli originali. Il giro d'affari della loro attività illecita, stando agli inquirenti, si sarebbe aggirato attorno ai 5 milioni di euro annui.
Fonte: Milanotoday.it