Agricoltori e allevatori (con animali) invadono la piazza: "Stop alle speculazioni!"
Centinaia di agricoltori e allevatori in Piazza Duomo, a Brescia, per protestare contro i rincari
Dalle stalle al pavè di Piazza Duomo: anche la mucca Carolina e due dei suoi vitellini hanno preso parte alla protesta degli agricoltori e degli allevatori bresciani contro il rincaro dei prezzi. Le bandiere gialle di Coldiretti - che ha organizzato la manifestazione, andata in scena giovedì mattina - sventolano sotto Palazzo Broletto mentre il profumo del Bagoss, della Formagella e di altri formaggi tipici del Bresciano inebria i palati.
Sono centinaia gli agricoltori e gli allevatori riuniti per salvaguardare l’agroalimentare made in Italy, difendere l'economia agricola e migliaia di posti di lavoro. Le aziende agricole oggi non riescono più a coprire i costi di produzione: il balzo dei beni energetici e delle materie prime impatta parecchio sui bilanci e costringe le imprese a vendere sottocosto. Una grande mobilitazione per raccontare una situazione ormai insostenibile.
"Le nostre aziende stanno soffrendo per i costanti rincari dell’energia, dei fertilizzanti, delle materie prime per l’alimentazione degli animali, mentre le speculazioni e il mancato riconoscimento di prezzi adeguati stanno costringendo le imprese a lavorare in perdita". Con queste parole il presidente di Coldiretti Brescia, Valter Giacomelli, ha dato il via alla mobilitazione.
Una stalla inedita allestita all'ombra del Duomo, le bimbe vestite come vuole la tradizione contadina, ma anche i panelli fotovoltaici, simbolo dell’evoluzione green del settore. Non è solo una protesta: chi è sceso in piazza vuole spiegare ai cittadini e ai politici il ruolo fondamentale dell’agricoltura e dell’allevamento nella produzione delle eccellenze agroalimentari made in Italy.
“Vantiamo una provincia ricca di eccellenze agricole in tutte le filiere – commenta Nadia Turelli, vice presidente di Coldiretti Brescia e delegata provinciale Donne Impresa Coldiretti - è fondamentale salvaguardarle e garantirne la continuità perché, oltre a raccontare le tradizioni, rappresentano la biodiversità davvero unica delle nostre terre”.