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Cronaca

I danni dell’inquinamento al cervello: "I ragazzi bresciani sono a rischio"

Le prime anticipazioni sui risultati dello studio internazionale condotto tra Brescia e New York da Roberto Lucchini, e che verrà presentato martedì mattina in università

Gli effetti a lungo termine non sono scientificamente provati. Ma è stato rilevato di come l'incidenza del morbo di Parkinson sia quasi doppia rispetto alla media bresciana: 358 malati ogni 100mila abitanti, invece che 237 ogni 100mila. E ancora: dei 720 ragazzi “sotto esame” ci sarebbe una quota vicina al 15% che presenterebbe anomalie.

Non solo in valle, ovviamente: ma si tratterebbe di anomalie legate all'esposizione “storica” (e quindi forse anche plurigenerazionale) a metalli pesanti inquinanti come manganese, piombo, cadmio, arsenico, mercurio e selenio.

Anche in questo caso gli effetti sono ancora tutti da dimostrare, scientificamente parlando. Ma per poco meno di un centinaio di giovani analizzati potrebbe esserci una compromissione (a lungo termine) di alcune facoltà cognitive. E quindi anche la possibilità, in età adulta o avanzata, di contrarre il Parkinson.

Non solo: altri effetti “pratici” potrebbero essere iperattività, ansia, depressione, perfino un “ritardo intellettivo”. Lo studio internazionale verrà presentato martedì mattina (ore 10) nell'aula magna della facoltà di Economia dell'Università di Brescia.

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