Chisura uffici postali: Poste Italiane snobba l'incontro in Prefettura
Facendo innervosire non poco i presenti, Poste Italiane non si è presentata all'incontro organizzato dal Prefetto in cui, con tutti i comuni bresciani, si sarebbe dovuto discutere delle future chiusure nella nostra provincia
Nella giornata odierna di ieri era stato convocato, presso la Prefettura, un incontro con i rappresentanti di Poste Italiane per far luce sulle politiche di razionalizzazione che detta Società ha da tempo messo in essere nella nostra provincia, scelte contrastate dal territorio e comportanti non pochi, gravi disagi in molti Comuni bresciani, molti dei quali hanno anche avviato raccolte di firme in merito.
Nonostante la prevista presenza di tutti i Sindaci direttamente interessati, Provincia di Brescia, Sindacati, e le Comunità montane di Valle Camonica e Sabbia e l'Unione Comuni Alta Valle Camonica, si è registrata all'incontro l'eclatante assenza di Poste Italiane, il primo e più importante degli interlocutori. I presenti hanno dunque dato mandato ad Associazione Comuni Bresciani di chiedere, tramite la Prefettura, ragione di quella che "sembra essere una grave mancanza di serietà e rispetto nei confronti delle Istituzioni".
E' stato chiesto ad Acb anche di predisporre un documento, sottoscritto da tutti i 206 primi cittadini, in cui si chiede a Prefettura e Ministero d'intervenire al fine d'ottenere da Poste Italiane risposte chiare ed esaustive sulle scelte intraprese e sulle prospettive future.
“Quel che da fastidio a Poste Italiane – commenta Giovanni Punzi, Segretario generale dei Postali Cisl – è che il Prefetto abbia convocato anche i rappresentanti dei lavoratori: sono arrivati a chiedere al rappresentante locale del Governo di incontrarci separatamente e al di fuori del tavolo di confronto con le istituzioni locali".
"Del resto - continua Punzi - è l’unico modo che hanno per non vedersi sbugiardati pubblicamente. L’ultima bugia? Quella che hanno messo a corredo dell’assurda giustificazione dell’assenza alla riunione di sieri mattina, e cioè che le informazioni sulle chiusure degli uffici postali erano state fornite alle organizzazioni sindacali lo scorso mese di luglio, dimenticandosi di aggiungere che non è stato possibile, ad oggi, confrontarsi su queste chiusure perchè Poste Italiane rifiuta ogni richiesta di dialogo visto che il piano è stato approvato a livello nazionale”.