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Cronaca

Maresciallo e casalinga, il re e la regina dei festini hard: l'ammissione di colpa

Hanno ammesso le loro colpe, patteggiando la pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione, i coniugi bresciani accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione

Erano davvero una coppia di insospettabili: lei casalinga, lui maresciallo dell’aeronautica. Organizzavano festini a luci rosse in tutto il Nord Italia, anche a Brescia, spesso sfruttando le necessità economiche di donne in difficoltà, che venivano fatte prostituire per un compenso minimo (30 euro) quando ai clienti veniva proposta una serata “completa” a 150 euro.

Il blitz di Natale

I protagonisti della vicenda, smascherati alla vigilia di Natale dai carabinieri, proprio in questi giorni hanno deciso di patteggiare la pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione (per entrambi) confermando le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Ai due sono stati sequestrati anche 20mila euro in contanti, considerati i proventi dell’attività illecita.

Poco prima di Natale i carabinieri avevano fatto irruzione nell’appartamento di Bresciadue che i coniugi utilizzavano per organizzare appunto i festini hard. I militari sono entrati quando la festa era in corso: i presenti nemmeno si sarebbero accorti dell’operazione di polizia in corso. Erano stati i vicini di casa a segnalare una situazione insolita, insospettiti dal continuo viavai di persone.

Festini in tutto il Nord Italia

Festini e incontri sarebbero proseguiti per mesi e mesi. Un’organizzazione serrata: marito e moglie pubblicizzavano le feste sul web, si occupavano della ricerca delle location, all’ingresso organizzavano perfino un piccolo buffet per i partecipanti, con cui mantenevano contatti continui, e a cui veniva offerto anche “supporto logistico” in caso di necessità.

Nella disponibilità dei due coniugi era stata recuperata anche un’agenda contenente nomi e numeri di telefono, una sorta di “portafoglio clienti” che è stato poi successivamente vagliato dagli inquirenti. A pieno ritmo, sembra che “M&M” (così si facevano chiamare) fossero in grado di organizzare fino a quattro festini al mese, e in diverse città del Nord Est (da Brescia a Verona, da Padova a Vicenza).
 

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