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Cocaina in carcere da far ‘pippare’ ai detenuti? Ci pensava un poliziotto

In manette un giovane agente di polizia penitenziaria accusato di spaccio di droga, abuso d'ufficio e corruzione: lavorava a Canton Mombello, per lui si sono spalancate le porte di una cella

Arrestato a Brescia un giovane agente di polizia penitenziaria accusato di spaccio di droga: la portava direttamente in carcere, ai detenuti che la richiedevano, in cambio di laute somme di denaro. Proprio per questo dovrà rispondere anche di abuso d'ufficio e corruzione. Non ha fatto tanta strada: per lui si sono aperte le porte di una cella a Canton Mombello.

Qui è dove operava il poliziotto di circa 30 anni di origini napoletane: la sua attività illecita sarebbe andata avanti per più di un anno e mezzo. Negli ultimi mesi i sospetti sono diventati certezze: l'agente era comunque tenuto sotto controllo dai colleghi, che al momento giusto l'hanno incastrato e arrestato.

Inevitabili le manette: il poliziotto non agiva da solo, si occupava del trasferimento della droga ma che poi doveva essere venduta al dettaglio all'interno del penitenziario, grazie alla complicità di un detenuto. Non solo droga, quasi sempre cocaina: in cambio di soldi il 30enne portava dentro anche cellulari e altri oggetti proibiti.

A far scattare le indagini la denuncia di un detenuto, a cui il poliziotto avrebbe comprato la macchina. Secondo il carcerato questa macchina non sarebbe mai stata pagata, e neppure “trasferita” di proprietà (così che tutte le multe rimangono in carico al vecchio proprietario). Da qui i controlli sull'integrità della guardia carceraria. E qualche mese dopo, l'arresto.

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