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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Richiami illegali e trappole, denunciati 139 bracconieri

In totale sono stati sequestrati circa 3mila uccelli.

Un’arsenale di fucili, richiami illegali e trappole: si è conclusa l’operazione “Pettirosso” coordinata dalla SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) e dai carabinieri forestali di Brescia, Bergamo e Mantova. I militari hanno denunciato 139 persone per reati perpetrati contro l’avifauna selvatica, di cui un arresto per detenzione di arma clandestina, con il sequestro di 3336 uccelli - 884 esemplari vivi e 2452 morti - tra cui numerose specie non cacciabili e particolarmente protette, tutti catturati o abbattuti in modo illecito, e 673 dispositivi di cattura illegale, 99 fucili e 5294 munizioni.

La maggior parte dei sequestri sono stati eseguiti nella provincia di Brescia: una persona è stata arrestata per detenzione di arma clandestina, costruita artigianalmente e rinvenuta dall’unità cinofila “Africa”. Durante la perquisizione i militari hanno sequestrato anche 800 cartucce, il materiale necessario ad assemblare armi clandestine e decine di esemplari di avifauna abbattuta illegalmente. Nella provincia di Mantova invece due cacciatori, padre e figlio, sono stati sorpresi mentre usavano richiami illegali per abbattere animali di specie protetta. Nella loro abitazione sono stati trovati inoltre 500 esemplari congelati, e allodole vive con anello identificativo contraffatto, oltre a 2380 munizioni.  Numerosi inoltre i controlli presso i ristoranti, in due dei quali sono stati rinvenuti oltre 300 esemplari  - alcuni in cottura ed altri congelati - privi dei requisiti idonei a stabilirne la tracciabilità. 

Le persone sono state denunciate per furto aggravato di fauna selvatica in quanto bene indisponibile dello Stato, ricettazione, contraffazione di pubblici sigilli, uso abusivo di sigilli destinati a pubblica autenticazione, maltrattamento e uccisione di animali, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione, esercizio della caccia con mezzi vietati, porto abusivo di armi. Tra gli strumenti illegali utilizzati dai bracconieri troviamo i richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, le reti da uccellagione, le gabbie-trappola o, nei casi peggiori, archetti e trappole metalliche in grado di imprimere gravi sofferenze alla fauna lasciata viva e agonizzante per ore.  

Dalle operazioni è emerso come il Veneto e la Lombardia rappresentino uno snodo fondamentale lungo le rotte migratorie dei piccoli passeriformi, che si spostano dalle aree di nidificazione dell’Europa settentrionale verso quelle di “svernamento” del bacino del Mediterraneo e del continente africano, costituendo una ricchezza inestimabile in termini di biodiversità. Una concentrazione imponente di uccelli che stremati dalle lunghe distanze percorse sono particolarmente vulnerabili, in particolare sui valichi montani che costituiscono un “collo di bottiglia” per la migrazione, diventando oggetto di intenso bracconaggio, con gravi ripercussioni sui sistemi ecologici. 

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