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Cronaca

L'imprenditore ferito dal killer Balsamo: "L'ho visto con 2 pistole, è stato orrendo"

La testimonianza di Gianpietro Alberti, titolare del capannone di Flero dove si è verificata la prima sparatoria, sopravvissuto alla furia omicida di Cosimo Balsamo

Ha visto un amico di vecchia data, ed ex socio in affari, ammazzare senza pietà un altro amico di sempre, poi si è trovato riverso sul pavimento del capannone della sua azienda, in un bagno di sangue. Gianpietro Alberti è sopravvissuto alla furia omicida di Cosimo Balsamo. Non è però riuscito a sottrarsi ai colpi di fucile esplosi dal pregiudicato 62enne, poi morto suicida nel parcheggio di un supermercato di Azzano Mella. 

"Mi ha colpito due volte, prima alle gambe a poi alla testa" ci racconta dal letto dell'ospedale Poliambulanza, dov'è ricoverato, mostrandoci le ferite. Una sutura da 10 punti sulla nuca, una cicatrice ancora più grossa sulla gamba sinistra, fresca di operazione chirurgica,  ma le sue condizioni non sono preoccupanti. È provato e sofferente, ma non ha perso l'ironia e la prontezza di spirito "Meglio in ospedale che al creatore" risponde quando gli chiediamo come si sente.

Prova ad andare avanti, a non pensare a quei terribili momenti vissuti mercoledì mattina, quando Cosimo Balsamo ha fatto irruzione nel capannone della sua ditta, la Sga di Flero, armato fino ai denti. Una sequenza impossibile da rimuovere. "Quella scena continua a tornarmi in mente" confessa, mentre mangia un yogurt: è il suo primo pasto, dopo giorni di digiuno forzato.

"È stato orribile, qualcosa di indescrivibile: Cosimo è entrato in azienda brandendo un fucile e due pistole, obbligandomi a chiamare Elio Pellizzari. Ho cercato di farlo ragionare, di convincerlo a lasciar stare, ma era fuori di sé: continuava a urlare che lo avevamo tradito. Prima ha sparato a Elio, era convinto che lui avesse fatto la spia, che fosse stato lui a incastrarlo e a rovinarlo. A quel punto io ho cercato di scappare, ma mi ha colpito prima alla gamba e poi alla testa, e sono crollato a terra: intorno a me c'era solo sangue".

Poi il killer ha preso la Bmw X5 di Giampietro Strada, nipote di Alberti e testimone della sparatoria, e si è diretto a Vobarno per uccidere James Nolli

"Cosimo era un mio amico, lo conoscevo da anni - ci spiega il 75enne - non avrei mai immaginato che potesse fare qualcosa del genere. Non mi aveva mai minacciato, anzi eravamo in buoni rapporti: la settimana scorsa è passato a trovarmi in ditta, è arrivato in sella alla sua moto, come faceva spesso. Ci siamo salutati e abbiamo scambiato qualche parola ".

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