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Cronaca

«Se non paghi il contributo volontario alla scuola, ti mando l'esattore»

Ad essere minacciato un alunno dell'IIs Mariano Fortuny di Brescia. Lo rivela il portale web Skuola.net

"Se non paghi il contributo volontario, ti mando l'esattore": Skuola.net rivela una serie di abusi sui contributi scolastici volontari, che arrivano addirittura a minacce nei confronti di chi non ha pagato. Non solo: il mancato versamento del contributo renderebbe impossibile la domanda di iscrizione in alcune scuole.

Così molti genitori, per evitare problemi, aprirebbero il portafoglio, con buona pace del principio della gratuità dell'istruzione. Il portale degli studenti rende noto il caso di un alunno dell'IIs Mariano Fortuny di Brescia che, dopo non aver versato il contributo volontario di 170 euro, avrebbe ricevuto una lettera in cui si legge: "Vi intimiamo il pagamento della suddetta cifra entro 7 giorni dal ricevimento della presente (...) In caso di mancato tempestivo adempimento, si procederà a termini di legge per il recupero coatto della somma dovuta, degli interessi e della rivalutazione monetaria intervenuta...".

Per chi non lo sapesse, è ormai abitudine che, assieme alla modulistica per l'iscrizione e all'eventuale richiesta di pagamento delle tasse, oggi le famiglie si vedano recapitare da parte della scuola anche la richiesta di pagamento del cosidetto contributo scolastico, che ormai ha raggiunto cifre che oscillano tra i 150 ai 300 euro.

Sempre secondo Skuola.it, sono oltre un centinaio, quest'anno, le segnalazioni delle famiglie che lamentano il fatto che, senza il pagamento del contributo, la domanda di iscrizione dei figli a scuola non venga accettata. Molti, così, per non avere problemi  decidono di pagare senza battere ciglio.

Le cifre da versare in alcuni casi sono contenute ma si arriva - secondo Skuola.net anche a punte di 300 euro. Il portale degli studenti porta l'esempio dell'Ipsar Tor Carbone di Roma che avrebbe, tra l'altro, una doppia tariffazione: 240 euro per tutti che diventano 300 per i ripetenti.

"In passato i fondi per il funzionamento erano ridotti ai minimi storici e questo di fatto costringeva le scuole a chiedere aiuto alle famiglie. Oggi invece la situazione sta migliorando: dai 40 milioni da spartirsi per circa 10 mila scuole nel 2010, siamo passati agli attuali 200, con ulteriore incremento a 240 nel 2013 - spiega Daniele Grassucci, di Skuola.net - e certo, se le scuole non sono ancora ricche e quindi la richiesta di un contributo può essere lecita, tuttavia è da condannare il tentativo di truffa che si perpetua, spacciando il contributo, che è volontario, come una tassa, che è un emolumento obbligatorio. Le famiglie, infatti, sono solo tenute a rimborsare alla scuola le spese vive come quelle per assicurazioni integrative, libretti giustificazioni e gite scolastiche".

Skuola.net, che sottolinea come il ministero dell'Istruzione si sia dimostrato attento al tema e che nell'aprile 2011 il capo dipartimento Giovanni Biondi abbia inviato una missiva ai direttori di 13 uffici scolastici regionali sull'argomento, aggiunge che poche settimane fa c'é stato un intervento straordinario per trasferire fondi alle scuole con maggiori difficoltà di cassa.

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