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Cronaca

Accusa una guardia ecologica di aver truffato lo stato, capo della polizia finisce alla sbarra per calunnia

Secondo la Procura di Brescia le accuse mosse da Carlo Caromani nei confronti del coordinatore del servizio vigilanza delle Torbiere erano false: il capo della polizia provinciale dovrà quindi affrontare un processo

Da accusatore ad accusato: Carlo Caromani, capo della polizia provinciale di Brescia, sarà presto alla sbarra e dovrà rispondere di calunnia. Secondo la Procura di Brescia, le accuse mosse dal responsabile degli agenti del corpo provinciale nei confronti del coordinatore del servizio vigilanza delle Torbiere del Sebino erano false. Non solo: Caromani avrebbe inviato una comunicazione di reato per una truffa ai danni dello Stato pur sapendo che l’uomo era innocente.

La vicenda ruota attorno a sei mila euro di rimborsi benzina che, secondo Caromani, il coordinatore delle Torbiere avrebbe intascato indebitamente (da qui la denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato). Per il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, titolare dell’inchiesta, il comandante provinciale avrebbe saputo di quella somma, che sarebbe stata riconosciuta solo dopo l’approvazione del Consiglio di amministrazione delle Torbiere, alla presenza di un componente della Provincia. Nel redigere il verbale di accusa, il capo della polizia provinciale non avrebbe nemmeno riportato che i rimborsi incriminati in realtà erano stati ridistribuiti per ‘pagare’ gli straordinari alle guardie del parco. 
 

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