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Cronaca Rovato

Dal carcere all’adozione: Emanuel e Daniele, padre e figlio dietro le sbarre

Da una cella divisa a Canton Mombello fino all'adozione: la strana (ma bella) storia di Daniele ed Emanuel, prima compagni di sventure e ora papà e figlio. A Brescia la prima storia italiana di adozione tra detenuti

Due anni fa, in Francia e poi in tutta Europa, ebbe un successo clamoroso la commedia ‘amara’ Intouchables, nota in Italia come ‘Quasi Amici’. Un ragazzo di colore, cresciuto tra ghetto e furtarelli, e un ricco borghese della Parigi bene costretto su una sedia a rotella a causa di una tetraplegia: una storia romanzata ma vera, il remake in chiave cinematografica di un’avventura che ha commosso tutta l’Oltralpe. Tra mille peripezie, alti e bassi e sofferenza, i due scoprono un’amicizia vera, un’amicizia sincera.

Poco meno di una settimana fa 'scoppia' storia tutta simile, ma anche tutta diversa. Una versione meno eclatante ma non per questo meno commovente: un’amicizia che nasce ‘dietro le sbarre’, l’aiuto reciproco che aiuta a superare le difficoltà fino al lieto fine, almeno per una volta, con la prima storia in Italia che racconta di un’adozione tra detenuti.

Attori protagonisti l’ex imprenditore Daniele, 53 anni e una condanna per ricettazione, a cui si aggiunge un maledetto ictus che non gli permette di essere autonomo nei movimenti, e il più giovane Emanuel, classe 1986 e una storia travagliata alle spalle, cresciuto in Ghana e poi ‘venduto’ (nel vero senso del termine) dalla famiglia ‘originaria’ ad un’altra coppia. I due si incrociano in carcere, a Canton Mombello (ma c’è chi dice a Ivrea): la simpatia è reciproca, l’amicizia viene quasi naturale.

“Tra le quattro mura del carcere ci siamo sostenuti a vicenda – ha raccontato Daniele – Lui ha cominciato ad aiutarmi, praticamente è diventato il mio badante. Da qui nasce la nostra amicizia: Emanuel mi ha dato una mano importante, non potevo non ricambiare”. Il primo tentativo, con la sanatoria per colf e badanti, si chiude con un nulla di fatto, anzi. Il rischio concreto è che il 27enne di origini ghanesi si veda costretto ad un rientro forzato in patria.

Eccola qua, la piccola intuizione. Il passaggio successivo è l’adozione, Daniele sarebbe il babbo, Emanuel sarebbe il figlio: perfino l’età anagrafica e dalla loro, per una volta la burocrazia sembra procedere ‘liscia’, senza intoppi. A due passi dall’ufficialità, presto Emanuel prenderà il cognome di Daniele.

Una storia strana, in senso buono, una storia ‘umana’. Anche a Canton Mombello, anche se il colore della pelle non è lo stesso, anche se la fedina penale non è delle più pulite. “La nostra vera nazionalità – scriveva H.G.Wells – è semplicemente l’umanità”.

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